Me ne starò qui
all’ombra verde di un cipresso
attorcigliata e stretta a sciogliere tutti i miei distacchi
accarezzando pensieri e nostalgia
tremando con dolcezza e cuore
amando forte, più forte il vento
folata fresca d’aria che pettina campi bruciati
di sole estivo cocenti
io rimarrò così
ammutolita dalla mia stessa voce
stanca di cantare preghiere e chiodi
conficcati in asciutta carne
senza più sangue da versare
mi troverai lì calma
perchè sono stata nomade
errabonda stremata dal deserto
e fiuto d’attesa che ha imparato ad aspettare
parlo di giorni che si scostano dal tempo
per divenire
e piango acqua che scorre per condurre
al mare sorgiva vera pura dei miei sogni
resto così
non so più perdermi
seguo scintille e presagi di fortuna
ho palpebre di falena
perrennemente attratte
da struggente luce che richiama.
bellissima poesia nella sua dolce attesa! Credo che l tua attesa sia la dolce e caparbia capacità di osservare il mondo poeticamente!
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Non trovi sia stupendo riuscire a vedere Poesia in ogni cosa…? Anche dove non c’è, anche dove manca…la vita è Poesia come potrei guardare tutto senza questa profonda consapevolezza!
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sono d’ accordo! 🙂
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