Disgiungere gli effetti dalle cause sperimentare dissolvenze alchemiche _licenze di volatili_ nei fumi di metallo l’anima non ha gesti e non fa ombra chiedere ai passi dove c’è l’intoppo alle omissioni il senso del non detto al letto il dono dell’eutanasia e uscire dalle case disattese testimoniando d’essere vissuti _impropria mente_ per scantonare in […]
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come è triste essere vuoti di dentro.
Fuori c’è tanta musica,
tanta aria da respirare
e l’immobilità del cuore è la cosa più arida …
e inumana
che esista.
₪ Alda Merini
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immagine effimera di un’infanzia,
faccio appello ai ricordi fuggiti,
oggi liberati:
mai, …
mai più, approderemo
alle rive della nostra infanzia;
profumo tenace al centro del nostro essere
di quest’isola abolita.
Grandi ombre nutrici
degli alberi dove ci arrampichiamo,
difendete la vostra freschezza frusciante
nella cavità degli esseri ardenti?
Allora il giorno era più lungo
nello scivolarci tra le dita lisce,
più misterioso
nell’aprirsi sulla notte.
L’erba alta splendeva,
dolce per le nostre gambe nude.
Chi ci restituirà il gusto del vento
e quello dei ribes, sorsi di sole
sotto i nostri denti?
Eravamo quelle piccole bestie calde,
acciambellate nel fraterno sudore
con i visi confusi nello stesso ardore.
₪ Colette Nys-Mazure
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“Il dolore è passato. La vita l’ha trasformato in qualcos’altro; dopo averlo provato, dopo aver singhiozzato, lo si nasconde agli occhi del mondo, imbalsamato come una mummia da custodire nel padiglione funerario dei ricordi…il dolore un giorno si trasforma, la vanità e il risentimento si prosciugano al fuoco purgatoriale della sofferenza, e rimane il ricordo, che può essere maneggiato, addomesticato, riposto da qualche parte”..
Dolcezza…
tu sogni un suono che sa portarti lontano
e mani, sorrisi ed occhi che possano abbracciarti tutta..
tu sogni dolcezza…
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Poesia è veggente attesa nella penombra, poesia è abisso che sa della penombra, è attesa sulla soglia, è comunione e insieme è solitudine, è promiscuità e paura della promiscuità, così casta come il sogno del gregge dormiente, è tuttavia paura dell’impudicizia: oh, poesia è attesa, non è ancora partenza, ma perenne concedo…
…
Quanta Poesia!
Oh! mia sconsiderata…
per quanto tempo ancora
intreccerai i miei pensieri
facendone chioma sciolta!
G.M
Di libri e parole
«Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va. …
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.
Amo…»
Italo Calvino – Durante un’intervista a L’Europeo del 1980
Ed io amo le parole…quelle sparpagliate tra pagine e pagine, quelle pensate, cercate, trovate, scrutate e ricamate, perché le parole non sono di questo mondo, sono un mondo a sé stante, un mondo del tutto indipendente, come il mondo dei suoni che catturano, imbrigliano per portarti altrove, dove il cuore chiede di stare.
G.M
Al colmo del cuore
Scrutai i miei giorni
spogliandoli di tempo ed attesa
sorseggiai il silenzio goccia a goccia
rimboccando la vita
tratteggiando la sosta.
Al colmo del cuore
mancava tutto e tutto stava
come i tuoi occhi
rimasti impigliati nei miei
e la tua bocca sognata
appesa alla lingua ruvida di luna
che non tocca mare
al colmo del cuore
tu eri e sei
lo spazio e l’amore
che basta a riempire.
Giusy Montalbano