Rugiada

a

Narrami lo slancio del mattino
dopo la notte
la goccia di miele che scivola
sulle amarezze dei giorni senza storia
scuotimi dall’inerzia e dall’oblio
cullami con mani colorate da arcobaleno
conduci e guidami attraverso stalattiti e rocce.

Narrami che è vero
che succede, che gli occhi hanno palpebre
che ridono alla brezza
che i mondi sognati scavano archi nelle grotte
e che si sente il sole ridere dentro al petto.

Dimmi e narrami e non mi sentirò tradita
per aver tremato, cantato e amato di poesia.
Narrami di me regina
di me farfalla
che dondola fidandosi delle braccia della Vita
parlami del mare
che arriva sulle labbra
di un cielo che aspetta
sarà sentire ancora Amore
sarà come bere rugiada
che scende
fresca dalle ciglia.

G.M

Pochi giorni alla fine di questo anno..tempo di bilanci, tempo di attese e speranze..a questo punto del tempo viene quasi spontaneo ripercorrere la strada e i passi fatti,mi viene facile spostarmi nelle varie zone temporali della mia mente, la mia memoria è quasi sempre un fiume in piena, il mio spazio è ovunque se mi lascio trasportare, tutto diventa presente, odori, persone,luoghi..a dire il vero non mi sono spostata molto fisicamente in questo anno trascorso, ma con la mente sono stata nei posti più impensati. Avverto la stanchezza, nei cieli dei ricordi in cui mille volte mi sono persa dove albe e tramonti sono serotini e superbi la mia mente si è fatta affollata e velocissima sgomitando spesso ha visto nascite, dolori, lividi, risate, gioia, musica e mare. Sono una viaggiatrice e so che non resisterò a lungo in questa terra di confine, che presto con il mio sacco sulle spalle, toglierò le scarpe e mi incamminerò verso altri itinerari perlustrando i segni uno per uno per fiutare un nuovo tragitto e sarà quel sarà. I giorni avvenire sono tutti schierati in fila ordinata davanti ai miei occhi quasi a sfidarmi, ma quante volte ancora quante volte si può battere il destino? e quante volte si dovrà tuffarmi nel passato per leggerci il futuro? c’è un tempo breve e intenso come una bestemmia, acre come il tiro di fumo che ti va di traverso, feroce come i denti di un pitt bull che ti azzanna e non ti molla finchè non ti ha strappato la carne perchè “lui” non ha bisogno di respirare mentre a te servirebbero i polmoni di ricambio, è il tempo sotto scadenza, quello in cui devi scegliere, velocemente, senza sconti e senza tregue, scegliere se passare la mano o chiedere carte. Senti le sinapsi che vanno a mille, l’hard-disk della memoria posizionato su rewind, alla massima velocità, il nastro si riavvolge, i fotogrammi scorrono,come quei piccoli blocchetti di figurine che da bambina facevi muovere velocemente tra le dita e le cui immagini ti davano l’illusione del movimento, i battiti accelerano e poi…finisce! succede così, capisci che era solo ansia senza emozione, fretta inutile…sospiri adagio adesso, hai tutte le risposte, le avevi già perchè esiste una cosa chiamata “metabolizzazione”, un processo che si innesca in automatico e svolge il suo compito a tua stessa insaputa, come un antivirus..allora riagguanti il cuore, ti riappropri dei polmoni, riallinei il passo, sollevi la testa e finalmente ti rendi conto che il passato, quello, è una terra straniera.. e decidi di “vedere” e chiedi carte, una. Una soltanto per l’anno che verrà.

 

Aspettando Natale

pranzo-di-natale

In questi giorni che precedono il Natale la mia casa è un porto di mare, ho quattro figli, un marito, un cane ,un gatto, una grande famiglia che con il tempo si allarga, generi e amici con annessi parenti, noi ovviamente da buoni siciliani abbiamo conservato e mantenuto della nostra Terra la proverbiale ospitalità che ci contraddistingue fatta di tavola sempre imbandita, cibo condiviso e cucina sempre aperta.Viviamo al nord da parecchio tempo ma la nostra Sicilia e le nostre tradizioni culinarie ce li siamo portati appresso, in questo periodo soprattutto tiriamo fuori ogni ricordo, attingiamo alle ricette tramandate da genitori a figli, di generazione in generazione,cercando nella memoria qualche residuo antico .. tutti quei piccoli segreti e suggerimenti confidate nelle cucine delle nostre mamme e nonne per riprodurre al meglio piatti e prelibatezze tutte nostre, cercando di superare in maestria e bontà chi ci ha insegnato  a preparare queste pietanze. La mia casa  in questo particolare periodo dell’anno è inondata di profumi e aromi culinari..trascorro buona parte del mio tempo a impastare, condire, aromatizzare, infornare e cuocere cibo..la mia tavola è continuamente apparecchiata e tra assaggi e sorseggi il tempo appare come incantato in momenti di gioia, soddisfazione e lieve euforia che fa apparire tutto quasi sospeso..un  continuo e perenne abbraccio caloroso.

Tempo di festa, tempo in cui godi della bellezza degli affetti più sacri: la famiglia, la mia, incredibile, varia, straordinaria per quel senso di appartenenza che soltanto una buona tavola, sani principi, affetto incondizionato e una dedizione profonda può regalare.

Ci ho speso tanto in questa piccola tribù,ci ho messo la vita, l’amore, il coraggio, la forza, la tenerezza e tutto quello di cui sono capace, l’ho difesa con le unghie e con i denti, l’ho protetta e onorata come una buona madre può e sa fare ed oggi guardando il viso dei miei figli, seduti l’uno accanto all’altro  a commentare le portate, a punzecchiarsi come al solito..tra una risata e qualche lieve risentimento da niente, mi sono accorta che è questo il mio Natale..che è questo il suo senso per me..non sono ne albero e nemmeno luci , regali  e tutto ciò che comunemente ci appare, ma è la disposizione del cuore che fa nascere ogni volta e sempre la vita dentro e attorno a noi.

Sono grata per ogni passo che mi ha portato ad apprezzare tutte quelle piccole semplici gioie che riempono la mia esistenza di motivo e significato, riconoscente anche verso i passi falsi, uno per uno perchè è per merito loro che so riconoscere il bene necessario alla mia anima che mi fa aspettare Natale con questo spirito magico  e meraviglioso, che mi fa luccicare lo sguardo di stupore e doverosa gratitudine per tutto quel che ho, tangibile, vero.. una famiglia bellissima che pulsa di  tepore capace da scaldarmi avvolgendomi di vita,regalandomi sprazzi di memoria serena ..e magari verrà pure la neve ed allora  anche un giorno qualunque sembrerà Natale.

G.M

Senza alcuna preghiera

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Il vento non spira più aria
stringe catene
immobile muta si prosta la voce
al rumore del tempo
cade sola cade
speranza di cielo
che rami non giungono a toccare
e l’albero china la schiena
per giungere
agli occhi che strisciano
il baratro di terra che trema
pelle di corteccia striata da
sfoglia di luna che dorme
mani che danzano petali dischiusi
alla notte
scortica la vita fino alle ossa
se giungi alla soglia del sole
e non sai tornare
cade la lingua
nella fornace del fuoco
senza più scrivere giorni
prima della cenere
un rombo un silenzio
senza alcuna preghiera.

G.M

Quante volte…

Quante volte…quante volte arriverà ancora dicembre di luci che brillano sempre da qualche parte tranne che sul cuore? Quante volte senza neve con la sua Poesia,che cade piano ovattando ogni dolore…quante volte disillusa e stanca resisterà la voglia di ricominciare? quante volte ripeterai stessi errori e stessi guai… quante volte ancora avrai la forza di gridare e sarai costretta a tacere..e quante volte vorrai correre e giocare e invece ti stenderai  a fissare il soffitto rattoppato di ogni tua stella ormai spenta..? Forse soltanto fino a quando non  lascerai morire la Speranza..che è più che credere…è nascere di gioia, neve e luce…  un po’ come se arrivasse finalmente Natale!  Sentirsi bambini..con la magia negli occhi e il cuore rapito dalla Vita: un regalo bellissimo da scartare!

G.M

io

Ci sono voci che non possono ferire e rompere il silenzio

restano taciute,chiuse come un pugno  tra costole e stomaco

dilatano gli occhi verso il muro chiudendo occhi all’orizzonte

promontori invalicabili

isole sommerse

che aspettano Cielo per poter  piangere

Il Mare conserva pure questo…. nei suoi abissi:

atroce, spietata  Solitudine

omertosa!  destinate a morire

sepolte vive con  le palpebre essiccate e  le labbra cucite.

G.M

Fermare il Vento

z

 Sceglie vele bianche e ventre di gabbiani

respira stilettando sottile  nei nostri occhi pallidi

curva linea nella scogliera di ogni pensiero stanco

dorme nelle guance arrossate come viticci

accarezza vene

esala respiri trattenuti

tremando 

e il mare oscilla

brocca di fiori

gambe nude

a sostenere  Cielo in un campo

fiato e voce

fluttuante nella bocca 

unita da un filo disciolto:

 Amore , non si può fermare il Vento

nemmeno con le mani

soffia dove  e quando gli pare.

G.M