Cu ti lu dissi (Sicil.)
Cu ti lu dissi ca t’haju a lassari
megliu la morti e no chistu duluri
ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru
ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu.
Con il fil di ferro ci hanno legato, “Curù”….nenti e nuddu ci po’!
Cu ti lu dissi (Sicil.)
Cu ti lu dissi ca t’haju a lassari
megliu la morti e no chistu duluri
ahj ahj ahj ahj moru moru moru moru
ciatu di lu me cori l’amuri miu si tu.
Con il fil di ferro ci hanno legato, “Curù”….nenti e nuddu ci po’!
Tutti sanno che mi ami, piccola
Tutti sanno che il tuo amore è vero
Tutti sanno che mi sei stata fedele eccetto una notte o due
Tutti sanno che sei stata discreta
Ma troppa era le gente
Che dovevi incontrare nuda
E tutti sanno.
E tutti sanno che è ora o mai più
Tutti sanno che sono io oppure sei tu
E tutti sanno che vivrai in eterno
Quando scrivi un verso o due…
Spesso ciò che guasta un istante felice è la consapevolezza che non durerà.Lo guasta e al contempo ne sottolinea la meraviglia, l’effimera preziosità.E’ come se il tempo e la durata fossero considerazioni indispensabili alla comprensione della felicità, alla sua distillazione, alla possibilità di fissarla nello spazio e nello spirito.
La pelle, il contatto, la tangibilità, come tutto ciò che è fisico, non permettono durata. Quando la beatitudine è connessa a componenti concrete, è difficile da raggiungere ed ancora più difficile da conservare.
Uno stato di appagamento non può andare avanti a lungo, è debitore di un obiettivo, di una tensione, di una meta da raggiungere che, una volta conseguita, lascia solo un minimo tempo alla contemplazione dell’ottenimento, al compiacimento, per poi sfumare verso nuovi obiettivi.
Si può essere felici ogni giorno fintantoché si lotta per raggiungere uno scopo, ma poi, se non ci sono nuovi scopi all’orizzonte, la noia si appropinqua e diventa una compagna costante, una presenza cui sola l’ironia sa tenere testa.
Lotto continuamente contro l’impossibilità di fermare la felicità. Fissarne l’attimo è la cosa più dolorosamente irrealizzabile, ciò in cui teologi, filosofi e pensatori si sono dibattuti per secoli senza venirne a capo.
A volte però, almeno scrivendo usando il ricordo come Proust o la veggenza come Rimbaud mi pare di bloccare il tempo in momenti felici e di grande intensità.E’ proprio il tempo ho usato per descrivere, restituire, imprimere nella coscienza. La felicità appare qua e là, mostrando talvolta punte di iceberg che in verità non ha niente sotto la superficie, l’iceberg esiste solo in ciò che è visibile. E’ nella natura dell’emozione: un manifestarsi puro, senza niente di sommerso e mentre la tristezza appare nel fondo degli occhi o in qualche mezza frase, in un discorso lasciato in sospeso , la felicità si concentra nelle sue punte e scompare insieme ad esse. Serve una buona dose d’ironia per compensare il vuoto. ..e chi non ce l’ha è sfortunato, poichè l’ironia addolcisce, forma il sorriso e salva dalla disperazione. Felicità e ironia in perfetta convivenza …forse soltanto una raffinatissima soluzione per chi conosce l’una e l’altra e sa che la vita non può fare a meno della loro dualità.
(può frantumarsi il cielo..ma il tuo nome è sempre al sicuro tra le mie labbra)
…ovunque, ovunque io offro la mia testa,il mio cuore e l’anima tutta ragazzi
Beh, io la chiamo la mia casa!
Voce calda e graffiante…un uomo, un’eccellente vino rosso d’annata, un sole che cala piano all’orizzonte, una donna…che guardata così si sente bellissima e irresistibile..una mente lasciata appositamente libera da altri pensieri..parole..parole sinuose che danzano dalla bocca agli occhi e poi ancora ovunque…ed è bella, bella sera!
oh, andrei strisciando fino a te
e cadrei ai tuoi piedi
e ululerei alla tua bellezza
come un cane in calore
e graffierei il tuo cuore
e strapperei il tuo lenzuolo
direi per piacere, per piacere
sono l’uomo per te..
E se dovrai riposare
un momento sulla strada
guiderò per te
e se vuoi lavorare la strada da sola
scomparirò per te
se vuoi un padre per i tuoi bambini
o soltanto camminare un po’ con me
sopra la sabbia, sono l’uomo per te
Se vuoi un amante
farò ogni cosa mi chiederai
e se vuoi un altro tipo d’amore
indosserò una maschera per te”
E’ più cresco è più sento il bisogno di te…
Di te e del tuo pofumo di colonia da quattro soldi e l’odore di tabacco, di te e del tuo albero di mandorle piantato per me, e di tutti i tuoi uliveti di cui andavi fiero e i suoi frutti spremuti fuori dalla mia vita, con quel piccolo amore che hai sentito per me, in quello un po’ più grande, molto più grande che io ho provato per te e soprattutto quello enorme e disperato che è saltato fuori per dispetto nel momento in cui te ne sei andato. Da qualche parte sei ancora protagonista assoluto di una scena bellissima di tenerezza struggente. Ho fotogrammi incisi nell’anima che valgono più di ogni tua mancanza…girano improvvisi e ti offrono ancora carezze. Sei stato mio padre è questo, soltanto questo non si può cambiare.
Voglio tornare bambina, con gli occhi furbi e curiosi, i capelli spettinati e una finestra tra i denti, tornare a sdraiarmi sull’erba a pancia in aria con il sole caldo sulla faccia e una coccinella che cammina sulla mano…tornare a tutte quelle sfide a chi arriva prima e le giravolte pazze che fanno girare la testa..si, voglio tornare bambina..a disegnare case sbilenche con il fumo che esce dai comignoli e una strada disseminata di fiori, le finestre tutte aperte e una grande, grandissima porta…tornare a giocare a nascondino rannicchiata dietro un muretto e farmi piccola piccola e poi ridere divertita perchè la gonna plissettata che tanto mi piace con un colpo di vento svela dove sono…bambina, a parlare con tutto persino con una pietra che dalla forma somiglia a un viso di mamma…abbracciare ogni cosa per non lasciarla scappare sentire che hai tutto, tutto ciò che puoi prendere da questo mondo…voglio tornare bambina con il mio broncio che dura il tempo di fare pace e poi tutto torna meglio di prima….bambina perchè donna lo sono ma il cuore mi inganna facendomi bella…di luce e promessa!
..e ho tanta voglia
di sdraiarmi su questa terra cosi calda
di dormire e di sognare che questo fiume
lentamente mi porta fra i monti e le pianure
e mi culla come un bambino fino al mare.
Amore mio perche’ ogni volta scappo via
siamo cosi lontani dalla vita e dai profumi
forse t’incontrero’ dove comincia il mare
quando mi svegliero’ saro’ migliore
Sepùlveda della “gabianella e il gatto”…meraviglia!
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∃x(φ)
Il varco é qui?
Sono un vecchio mai vissuto. Sono un reticolo di relazioni, ero un filtro d'informazioni. Scrutavo la vita con gli occhi, ora mi guardo in profondità. Cerco l'essenziale e non mi perdo nella superficialità. Questo sono io, questa è la mia storia. Per chi mi volesse sorprendere, si ricordi di fare attenzione alle particolarità. Gli uomini non sono accettati, i pensieri veri sono ben ritrovati. Buona lettura e buon divertimento, abbandonate la testa da un'altra parte, lasciatevi cullare dal vento.
Sempreadelantando
di Rosanna Russo.
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