Cose belle

Nonostante gli anni ancora non ho acquisito quel genere di riservatezza che gli adulti hanno nel manifestare i loro sentimenti, soprattutto per quanto concerne la gioia, al contrario il dolore lo curo in segreto, lontano da sguardi e giudizi, forse per il timore di soffrire maggiormente a causa della delusione che può derivare dal non sentirsi abbastanza compresi o in qualche modo confortati e quindi preferisco non esporlo, mi chiudo a riccio, cerco di guarire usando la medicina del silenzio, lo elaboro, lo curo e aspetto che passi.

La felicità invece non so contenerla: saltello, fremo, canto, rido mi entusiasmo come quando ero bambina che bastava un raggio di sole per illuminarmi di gioia,un confetto da succhiare al massimo prima di non riuscire a resistere e mordere la mandorla all’interno, una gonnellina ampia che potevi girare , girare per vederla aprirsi a ventaglio, una gara a chi arriva primo e correre tanto ma arrivare dopo e ridere comunque perché mi ero divertita, scoprire un fiore in mezzo ale pale del ficodindia , in cima oltre le spine, imitare il verso delle galline nel pollaio, pettinare le amiche e farsi intrecciare i capelli in fila indiana per essere tutte bellissime…quante piccole semplici felicità!

Oggi mi figlia mi ha guardato ascoltandomi cantare e muovermi a ritmo di una canzone spensierata: Mamma , te non invecchi proprio, possibile che quando sei contenta ti comporti come una bambina? Sei incontenibile!

Ho sorriso ed ho pensato tra me e me che ho salvato dal mio cuore bambino la cosa più strabiliante che la Vita può regalarci: La meraviglia, l’entusiasmo e lo stupore incandescente anche solo per un giorno di Sole!

Lasciate che io sia felice..oggi adesso o quando viene!

Giusy Montalbano

Una sola nota

e tutto il mondo diventò la mia musica

un Tuo sguardo

ed io ruscello, monte, foresta

dove il respiro sommesso è aria

Toccami, toccami ancora

Tu mia gioia mai dimenticata,

scuotimi dal sonno e dall’oblio

abbracciami di infinito e bellezza.

prenditi occhi , mani e ogni cosa e fanne Poesia

Intreccio il Tuo Nome in nenie di Pace.

Giusy Montalbano

A volte mi domando perchè tutto questo rumore, questa frenesia, nell’immensa folla degli Esseri, quando giace in fondo a ogni cosa la primitiva quiete e il Silenzio?

Sono stata irrequieta anch’io e colma di rumore, da bimba ero una cavalletta che saltava in continuazione, mi arrampicavo sugli alberi e volevo raggiungere i rami più alti, appena trovavo una posizione comoda mi accomodavo per ore ad osservare il mare così vicino anche se distante, chiudevo gli occhi e cercavo di far arrivare a me il suo profumo, quanta dolcezza ho imparato annusando e osservando dall’alto …il mondo ai piedi così piccolo e il cielo così grande!

Avevo pure una grande parlantina con fiumi di parole inondavo le cose, amavo i nomi, assegnarne uno ad ognuno perchè e a norminarle a volte certe cose prendono vita, oggi misuro ogni nome dormiente nel cuore risvegliandolo per trasformarlo in carezze.

Un tempo ero colma di domande aspettando risposte come la grande rivelazione, oggi vivo un giorno per volta della vita, consapevole che essa stessa è un’ipotesi perennemente da rivivere.

Prendo tutto come viene e cambio nell’attesa e nella pazienza, come Estia, misurata, immobile guardiana del fuoco portato da Ermes ed eternamente acceso in casa.

Oggi sono una donna placida, sapienza del tempo? Forse, o semplicemente è stanchezza di scuotere troppo il cuore nel tentativo ultimo di calmarlo , un pochino come si fa quando si é in presenza di qualcuno che ha una reazione esagerata per farla tornare in se, so per certo che non ho la facoltà di prevenire quel che non voglio e che in un contrasto può nascondersi una ragione e che in ogni caso posso trarne un insegnamento di cui ho bisogno per imparare l’arte del vivere .

Da piccola adoravo raccontare le storie, favole e filastrocche, immaginare, ricoprire di pennellate di colori la faccia della gente, giocando con la fantasia, ammirrarne lo stupore che piano piano prendeva forma negli occhi spalancati alla sorpresa, oggi io quel prodigio lo ripercorro quando mi tuffo negli occhi delle persone e starei ore ed ore ad ascoltarle, sentire narrare la loro storia mi intrappola nel fascino misterioso dell’esistenza , mi cattura nella magia dell’umanità così grande e fragile e so con sicurezza di non essere sola.

Ora come ieri io sono diversa ma non sono cambiata , adotto modalità differenti per risolvere i miei giorni, come la regola commutativa delle addizioni: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia! Se non ricordo male dice così, ma non importa perché è la sola regola matematica che mi è rimasta in mente …io con i calcoli sono stata sempre una frana!

Giusy Montalbano

….

Avevo voglia di parlare con te
Non so nemmeno per dirti cosa
Delle porte fatte con le magliette
O di Sergio che non si sposa
Avevo voglia di giocare con te
A chi sputa più lontano
Rompere i vetri delle fabbriche
Farci sgridare da qualcuno
Ah, che noia essere grandi
Andare ai compleanni
Parlare di soldi e dei figli degli altri
Ah, è tardi e devo già andare
E mi manca aspettare l’estate
Comprare le caramelle colorate
E mi manca la strada in due in bici
Mi manco io, mi manchi tu
E mi manca una bella canzone
Pagare qualcosa con le figurine
E mi manca la biro tra i denti
Mi manco io, mi manchi tu
Ti manco io, e ti manchi tu
Avevo voglia di parlare con te
Te lo ricordi il tuo primo pallone
Finiva sotto le macchine
Però col vento sapeva volare
Lo sai che voglia di giocare che ho
Anche di piangere e soffiarmi il naso
Poi sprofondare nell’erba più alta
Tornare a casa sporco di prato
Ah, e invece siamo già grandi
Con il dovere di dare risposte
E firmare e non lanciare sassi
Ah, ti voglio ancora bene
E mi manca aspettare l’estate
Comprare le caramelle colorate
E mi manca la strada in due in bici
Mi manco io, mi manchi tu
E mi manca una bella canzone
Pagare qualcosa con le figurine
E mi manca la biro tra i denti
Mi manco io, mi manchi tu
Ti manco io e ti manchi tu
Avevo voglia di parlare con te
Non so nemmeno per dirti cosa
E mi manca aspettare l’estate
Comprare le caramelle colorate
E mi manca le strade in due in bici
Mi manco io, mi manchi tu
E mi manca una bella canzone
Rubare a mia madre cinquecento lire
E mi manca la biro tra i denti
Mi manco io, mi manchi tu
Ti manco io e ti manchi tu
Non mi ricordo più…

Verrà domani

Verrà domani

Fiato di Mare

Riverso negli occhi

e questo mio tempo

Che non sa dove fermarsi

così incerto non si muove o non sosta

Ripiegato come un candido Fazzoletto

Sotto i piedi o nel petto

tornerà a scorrere

nascerà un canto

per ogni lacrima versata

un vento che scompiglia il dolore

e una scia di rondini

che vola nel nido del cuore.

Sarà Poesia , sarà Primavera.

Giusy Montalbano

Che vita meravigliosa

Ritornello simile ad un respiro contemplativo che ritma l’intera esecuzione: ‘AH CHE VITA MERAVIGLIOSA/ QUESTA VITA DOLOROSA/SEDUCENTE, MIRACOLOSA/VITA CHE MI SPINGI IN MEZZO AL MARE/MI FAI PIANGERE E BALLARE/COME UN PAZZO INSIEME A TE’. Sì, ‘MERAVIGLIOSA’ è la vita! Il senso della ‘MERAVIGLIA’ che ci abita sin dall’infanzia richiama cose stupefacenti e sorprendenti da ‘ammirare’ per lo stupore che suscitano.

‘VITA DOLOROSA SEDUCENTE MIRACOLOSA’

Ci metti una vita intera…

Ce metti una vita intera per piacerti, e poi, arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci. Che te piaci perchè sei tu, e perché per piacerti c’hai messo na vita intera: la tua. Ce metti una vita intera per accorgerti che a chi dovevi piacè, sei piaciuta… e a chi no, mejo così.

  • Anna Magnani –

Accettarsi, già , così come si è, nel bene e nel male, è questo probabilmente il primo passo per capire se stessi ed di conseguenza gli altri .Il processo di accettazione è lungo e travagliato, qualche volta non basta una vita intera.

Piacersi poi altrettanto.

Ho faticato tanto per trovarmi, per dare un nome e un senso ai miei timori, alle aspettative ,alle mie convinzioni e a tutti i miei ribrezzi.

Come giustificare le mie chiusure di fronte a certi atteggiamenti ? I nostri rapporti interpersonali sono costuiti essenzialmente da decodificazioni continue, a me è bastato un semplice gesto, uno sguardo che sfugge, uno sbattere di ciglia fuori tempo, una posizione del corpo stravagante nel contesto di un discorso o il tono della voce stridente tra il ritmo delle parole per sentirmi compresa o considerata, per rivoltare un giudizio o un opinione .

Ho “le antennine” come dice chi mi conosce, capto i segnali nascosti, vedo oltre le maschere e prima di sapere cosa hai da dire di te, io percepisco da un’ occhiata la vita che ti porti dentro,un dono? Può darsi,so che non mi è servito a molto fin’ora se non a dire ” ecco, lo sapevo” o a provare dolore, intenso, forte, alla vista di ferite sanguinanti e colpe imperdonabili, sdegno fortissimo per un’ingiustizia, ma anche tenerezza, commozione e bellezza davanti a persone meravigliose, vorrei evitare però di essere fraintesa e non voglio essere considerata una specie di veggente, assolutamente, il mondo è pieno di gente come me, soltanto persone più sensibili della norma.

Questa è una parte di me che ho dovuto accettare ad esempio e mi è piaciuta proprio quando ho compreso che grazie a questa mia caratteristica sono stata una roccia per le persone che si sono appoggiate a me in preda alla paura, quando si sono sentite confuse e perdute e proprio grazie a questa mia pecularietà non si sono sentite sole, ma amate e capite perchè hanno dato per scontato che sapevo il loro dolore, fiduciose che con il mio personalissimo “ripetitore” avrei trovato una strada.

Ho compreso che se qualcuno mi considera salvifica, vuol dire che sono salvezza

se mi chiama roccia io so di poter essere tale

se si affida io mi fido

e potrei andare avanti lungamente avanti nella lista perchè siamo ciò che diamo.

L’amore e il dolore che provochiamo, noi siamo ciò che siamo riusciti a far uscire da dentro verso l’altro, non a trattenere.

Ho un sacco di cose di me che tollero appena ma anche questi aspetti mi piacciono, mi sospingono verso il loro esatto contario, sono l’impulso a diventare meglio, il terreno dove seminare le buone intenzioni che spesso miseramente falliscono, ma non amo molto dove non ho spazio per sfidare me stessa a crescere e imparare e dunque ne deriva un placido consenso.

Non sopporto di essere testarda, spigolosa se qualcosa non mi aggrada, rompiscatole , di non riuscire a conformarmi abbastanza a realtà che nessuno mette in discussione, di annoiarmi facilmente, di avere sempre un obiettivo da raggiungere e non stare mai ferma, di detestare chi invade i miei spazi, le mie manie che con gli anni si trasformano in abitudini intoccabili e ancora e ancora tant’altro.

Piacersi è un traguardo, io cerco sempre di ricordare tutte le volte che ci sono riuscita, soprattutto in quei giorni che emerge qualche aspetto di me sconosciuto o al quale non avevo mai fatto caso.

Oggi ad esempio mi sono scoperta “acida” di fronte a un evento e solitamente sono amabile, delicata e dolce, sempre attenta a non ferire, rispettosa più degli altri che della mia persona, ma poi ho sorriso e mi sono perdonata…se vedi cattiveria un atteggiamento stizzoso può essere lecito, lo ammetto tutto posso farmi piacere ma con le persone cattive nel profondo e gli arroganti mi sale pietà ma solo dopo la nausea.

Giusy Montalbano

Dei miei ostinati luoghi

Ho una strada che si apre

Quando non conosco cammino

Un’immagine nitida

Cesellata da singoli pezzi

La tessera di un mosaico

Che si incastra perfetta

E ricompone i miei sguardi offuscati

Ho braccia

Mani, muscoli che battono

A ritmo dei miei passi

Orizzonte senza fine

Oltre le montagne invalicabili e desolate

Profili di case tutte bianche

e molliche di lucciole

Danzanti per la via

Mandorli in fiore

Campi di grano baciati dal Sole

Odore di Zagara

Che il Mare esala

Ad ogni respiro

Ho luoghi che non sono posti

Di questo mondo

La seconda linea parallela

Vicina e accanto

Il binario di un inizio senza fine

Ho i miei luoghi

Le mie sonorità

I miei profumi

Tu mi vedi smarrita e immobile

Temi se mi faccio piccola

Fino a sparire

Tu leggi le mie derive

Ma nascosta io sto nei miei spazi

non sai

Che questa mia amabile solitudine

È il verso che mi dispone

Al vivere

l’unico che il mio cuore

Conosce.

Giusy Montalbano