Lei è come il vento…

Come il vento che rimbalza di rumore tra le montagne per essere musica…disegna la poesia del mare culla suadente per riposare il sangue , disegna la linea invisibile dell’aria e si dirama in fiume, con il profumo della sua pelle e l’eco del tuo nome come richiamo..come il vento sa andare in ogni posto e sa diventare voce con il tuono dei suoi sguardi…come il vento: che non vedi.. che non puoi fermare..lei è come il vento, la senti e come il vento  ti bacia dove vuole…

Abbracciami

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Abbracciami
così arenata e immobile
avviluppata tra spire di vuoto che sfiatano muti
stringimi stretta
nell’unica carezza che mi contiene intera
ho tra i capelli monete di dolore
che non pagano
ma aprono conti di immani solitudini
e pensieri che vestono sabbia fine di deserto
il mio respiro adesso scroscia come pioggia
che non bagna
e sono ferma
senza più nome
abbracciami
tu così
mentre aspetto
un giro di vento
che mi tocchi
prima che la tua assenza
diventi questo mare
che non mi sa calmare
prima che la polvere della terra 
ingoi voce che non canta
si adombri in questa preghiera
che rantola e striscia
leccandomi il cuore asciutto
terso solo di lacrime.

C’è un tempo…

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C’è un tempo per ogni cosa: quello degli istanti brevi che restano eterni e passano veloci come scie di comete e quello delle stelle che restano riferimenti a segnare rotte sulla bussola del cuore.

C’è un tempo che non si può chiamare tempo: ronza come mosca ubriaca annegata dentro un calice di vino speziato che pizzica il palato e ti fa fare linguacce allo specchio mentre ti osservi e non osi guardarti ridere pensando a come sei diventata così tanto poco incline alle beffe della vita.

C’è un tempo, uno due tre…enumerazioni infinite mentre conti mille delusioni e altrettante mille ingenuità che ti spingono sempre a sbagliare conti,saldi e debiti aperti e scivoli le dita sul pallottoliere senza più tenere conto di sfinite attese, soste e viaggi senza meta decidendo così di contare d’ora in poi soltanto i passi, uno dietro l’altro verso tutto ciò che ancora è capace di illuminarti dentro.

C’è un tempo, c’è stato e sempre ci sarà di giorni persi e poi improvvisamente anima ritrovata per caso o probabilmente no dentro una fotografia,un vestito dimenticato,una corsa in auto da sola nel cuore della notte con la luce dei fari che disegnano una via e l’aria fredda che arriva dallo spiffero del finestrino e ti schiaffeggia per tenerti sveglia…dentro una parola che risuona nella mente..dolce come una caramella che succhi piano e fai saltellare con lingua  per non romperla con i denti…dentro quei sogni che facevi da bambina, stravaganti e impossibili.. dentro questi occhi che sorridono ad una nuova brillante idea che ti tiri fuori da questa ennesima clessidra che ti impolvera di sabbia  testa, pensieri e gioia …si,c’è tempo per ogni cosa, che passa veloce e spesso striscia…le gambe restano immobili ma ho il cuore che è una saetta!

Io che non so aspettare

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Io che non so aspettare

incrocio le dita come si incastrano i pensieri

nuoto nell’aria

respiro dei battiti di questo tempo

che storia non è

io che non so aspettare

imparo dal vento

a sospirare

sbuffi d’amore

che cadono

su labbra dischiuse

e sono baci

che abbracciano: attesa senza sosta,

domani ti stringerò più forte.

Dei miei infiniti dialoghi con Te

Abbiamo la consistenza lieve
delle foglie:
ma ci teniamo la notte, per mano,
stretti fino all’abbandono,
per non morire da soli
quando il vento ci coglie:
perché vedi, l’importante non è
che tu ci sia o non ci sia:
l’importante è la mia vita
finché sarà la mia:
con te, Signore
è tutto così grande,
così spaventosamente grande,
che non è mio, non fa per me

Guardami,
io so amare soltanto
come un uomo:
guardami,
a malapena ti sento,
e tu sai dove sono…
ti aspetto qui, Signore,
quando ti va, alla stazione di Zima.

Blu Mare

Le persone si inventano elaborate scuse, quando non hanno il coraggio di dirti una semplice verit--.
Sono arrivata in questo altro Mare con niente..soltanto notte nel cuore, con mani nodose come ceppi di vite…e capelli increspati di polvere antica, il Mare mi ha accolto tacendo con il suo mormorìo inspiegabile che canta strisciando su rocce prima di essere musica…qui il tempo perduto mi ha riacciuffato mentre il presente continuava a colpire ferendomi riportandomi indietro gioie dimenticate..ho pianto a dirotto fino a pulire gli occhi..e poi non ho resistito alla tentazione di inabissarmi, è straordinario, incredibile come i fondali di questo mare siano così Blu! Non azzurri, celesti, ma blu..come il fondo che non ho, blu come la seta della mia anima così perennemente inquieta ma morbida che al tatto si mescola con altre anime e danza tra le pieghe di altri cuori..blu, intenso, carico..fondali inesplorati, tesori nascosti svelati ad ogni perlustrazione..in questo Mare respiro, respiro l’aria che mi manca e inalo gocce di possibile speranza..perle e poesia, anche tutte quelle date in pasto ai porci nel vano tentativo di barattarli con un po’ di bell’amore..in questo Mare io sono così come mi vedi, non indosso nulla se non i graffi e questa dolce pelle, porto gli occhi che non sono più cambiati da quando ho imparato a riconoscermi in qualcosa,qualcuno o forse soltanto a vedermi per ciò che sono. Da questo Mare posso udire nenie della mia lontana terra, a  volte il vento mi regala i suoi profumi: gelsomino, zagara, cannella…e il sole il calore della mia nostalgia sempre accesa.

Ovunque andiamo le nostre radici ci seguono, attorcigliate strette tra ricordi e piccole malinconie, seguono i nostri passi e spesso ci precedono in una gioia lontana, scordata.

Amo ascoltare il Mare…ha sempre qualcosa da dirmi, sospira a volte e sembra sbuffare..ma so che in quel fiato io ci ritrovo il ritmo del tempo quando scappa senza potermi baciare, amo la salsedine delle sue acque hanno lo stesso sapore di tutte le lacrime che ho bevuto nel deserto dei miei giorni peggiori..amo il suo colore, il suo blu profondo..si mescola ai miei sguardi  quando osservo ma non so più in che direzione andare..amo, semplicemente amo ciò che ogni volta gli porto,quasi un’offerta..a sancire un patto di alleanza  in nome della pace…e soprattutto amo le sue carezze: onde sinuose che toccando  curano  da ogni inutile dolore.

 

 

 

Io non voglio…

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No, non voglio dimenticare…gioie e dolori li porto con me

e porto con me sorrisi accesi e lacrime a fiotti, i tuoi occhi belli e il tempo perduto

tengo con me giorni e minuti,attimi in ore e istanti lunghi come tutta

questa vita..rimbalzi e salti audaci..guizzi felici e tuffi di attese

io non voglio..non voglio scordare nulla..è come rinnegare..

in un certo senso persino annullare

e questo cuore mio..ha voglia del suo mare

 il mare che non capisci a volte ma che rimescola ogni cosa

fino a sentirci quel tanto di amore

che a volte può bastare.

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Non temo che un  abisso, il più terribile: quello dell’odio al cospetto di se stessi.

Non ho che una paura: quella di non amare abbastanza.

(Assenza di vertigini) .Volo alto e spesso mi sfracello, ma non ho ancora smarrito

il desiderio di planare sui dolori della vita…

E quando canti sento
l’inconsistenza amica,
la sorpresa del mondo
come una perla antica.
E quando canti chiedo
ma chi le ha dato il cuore,
la legge del sospiro,
per scrivere parole?
E quando canti il mondo
mi svela il suo motivo
casuale ed inspiegabile
magia d’essere vivo.
E quando canti, canti
e sfilano i sorrisi
fra i denti di Wislawa bella
ad occhi semichiusi.
E quando canti vedo
le strade di Cracovia,
l’innamorato amato
come veleggiando l’aria.
E quando canti aspetto
che il verso sia finito
e la gioia di vivere
mi prenda all’infinito.
E quando canti imparo
che siamo nella storia
come un’anomalia
costretti alla memoria.
E quando canti, canti,
si snuvola la sera
davanti a quel miracolo
che siamo e che non c’era.
E quando canti, canti
le maglie del destino
l’assurdità del tempo
fra le corde di un violino.
E quando canti, canti
e il giorno mi si perde,
ha un senso anche il dolore
in questo sterminato verde.
E quando canti, canti,
e lo diresti amore,
e ” senti come batte forte
dentro me il tuo cuore”.

Di ferite e perdono

C’è un perdono  del volere e un perdono del potere: si ha la volontà di perdonare ma non si può.Quando si può, allorchè la testa e il cuore finalmente finiscono per essere d’accordo, riaffiora il ricordo, cose dolorose che tornano a galla, che turbano e riattizzano le ostilità. E’ il perdono della memoria. Non è facile, richiede molto tempo e pazienza. Sì, ci vuole tempo, io ho avuto la fortuna di incontrare durante questo cammino che è la mia vita gente vera. Persone che mi hanno amato con l’impronta del mio passato, hanno avuto il coraggio di accettare la mia diversità, con i miei scatti d’umore ferito. Hanno ascoltato la mia sofferenza e continuato ad amarmi dopo le tempeste. Oggi ho la consapevolezza di avere ricevuto.

Il passato certi giorni si risveglia con un suono, una parola, un odore, un rumore, un gesto, un luogo intravisto…basta un niente perchè i ricordi riaffiorino, a volte mi sconvolgono, mi graffiano, mi rammentano che sono ancora sensibile,forse non sarò mai completamente in pace..soltanto qualche breve tregua ed allora comprendo che dovrò ripetere continuamente il perdono, il “settanta volte sette”.

Perdonare non significa dimenticare è accettare di vivere in pace con l’offesa, difficile quando la ferita ha attraversato tutto l’essere fino a marcare il corpo come un tatuaggio mortale. Per perdonare occorre ricordare, non nascondere la ferita, sotterrarla, ma al contrario metterla a nudo, sotto la luce, una ferita nascosta s’infetta e rilascia il suo veleno, occorre che sia curata, ascoltata, per poter diventare fonte di vita.

Sono testimone del fatto che non esiste ferita che non possa essere lentamente cicatrizzata con l’Amore.

Vicino ai miei affetti più cari e sacri , i miei figli la donna ferita è stata guarita. Quando mi chiamano mamma sento un brivido dolce corrermi lunga la schiena. Un’emozione bellissima, non voglio abituarmi ad essere chiamata mamma. E’ la più bella cosa del mondo.Mi tornano in mente tutte quelle madri che mi sono mancate. Sono riconoscente e affido alla Vita tutti i figli che non hanno nessuno a cui dire “mamma”.