A muso duro…

Tra tante parole, infiniti silenzi e grande rumore

trovi qualcuno che sa dire esattamente ciò che senti…

e comprendi perchè soltanto la Musica , la Dolcezza anche espressa 

“a muso duro”

sono all’altezza del Mare!

Io mi avvolgo di ogni mia più bella Speranza

e vado avanti..avanti tutta!

Piccola preghiera semplice…

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“ Padre, insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo

alla sapienza del cuore”

(Salmo 90,12).

«…e giungeremo alla sapienza del cuore»

In che cosa precisamente consiste la sapienza del cuore? Qual è la via o l’esercizio concreto di vita per conseguirla? Per quale direzione muovere i passi di ricerca per individuarne la fonte segreta?

I salmisti, maestri di vita e di preghiera, ci offrono indicazioni precise e vere, prive di illusioni e di inganni. La sapienza sta nell’imparare a «misurare la mia vita», nel saper «contare i miei giorni» che, per altro, «sono quasi tutti fatica e dolore e passano presto…». La sapienza del cuore sta nel valutare «quanto è breve la mia vita».

Il tempo della vita è, in realtà, sempre e per tutti molto breve: è subito sera, è subito mattina, è subito la fine della settimana…; passa in modo inesorabile, fa scorrere attimi, ore, giorni e anni senza che lo si possa fermare; e, come gelido vento, mi raggiunge e lascia segni inconfondibili sulla mia persona. E tuttavia ogni giorno è un “momento” importante e irripetibile della mia vita; ogni giorno è unico, decisivo e definitivo;

«Un cuore sapiente», scrive il Larranaga, «sa che è follia piangere oggi per cose che domani non ci saranno, sa che i dispiaceri sono portati via dal vento (per che cosa soffrire?), che la vita è fiore di un giorno, che la gloria è suono di flauto, il cui finale è il silenzio, che la moda è ciò che muta, che la caducità è la verità, che la transitorietà è la verità, che le apparenze sono la menzogna, che soffriamo ed agonizziamo per la menzogna delle cose, che l’apparenza ci seduce e ci tiranneggia, ci obbliga e ci piega».

Pertanto, è sapiente il cuore dell’uomo che sa accettare con animo forte e sereno la realtà ineludibile del limite della propria creaturalità: che alcune frontiere dell’esistenza non si possono valicare, che certe leggi della vita vanno accolte e rispettate e che certi vuoti non possono essere colmati. E ciò non per un cieco determinismo, ma solo per il dato reale e non modificabile della realtà creaturale. Ebbene, avvertire questi limiti e accettarli con serenità è un segno di grande saggezza.

E’ sapiente il cuore dell’uomo che sa “fare il passo proporzionato alla gamba”, come recita anche un noto proverbio, che pondera bene le scelte del quotidiano e le grandi opzioni della vita; che è molto realista e poco o affatto idealista; che non cede alle illusioni e, perciò, non cade in cocenti delusioni; che sa liberarsi dalle false sicurezze, sa misurarsi onestamente con le varie difficoltà e sa mettere nel debito conto eventuali errori e fallimenti, incomprensioni e critiche, dispiaceri e contrarietà, disistima e isolamento.

Quest’uomo saggio non risparmia fatiche e rinunce per superare situazioni sfavorevoli; fa appello a tutte le sue risorse, investe con generosità le sue energie e tutto il tempo che ha a disposizione…

Quindi…ancora e ancora nella quiete e nella tempesta…arenata, immobile,in viaggio con il vento a favore e quello contrario…il Mare mi canta: Impara a contare i tuoi giorni!

E quando non sai …

Quando non sai che dire…

chiedere, trovare o cercare

quando il rumore che hai dentro sovrasta ogni cosa

ovattando la mente e il cuore….

basta chiudere gli occhi

lasciarsi avvolgere

da una musica lontana…

abbandonarsi…

semplicemente

così…

volteggiando leggeri

tra spire di Speranza…

e c’è Luce sotto le palpebre

come un rasoio incide

l’oscurità

e con lo stesso potere

del “suono”…

ti culla… portandoti lontano…

altrove…persino oltre me!

Aiutati!

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Mi sono ritrovata improvvisamente con le mani stanche, di elargire, trattenere,spandere,soppesare e sprecare;

Mi sono vista ad un tratto rifinita e accerchiata da giorni che non contano nè gioie nè dolori, sterili come semi che non sanno fiorire;

Ho osservato mille pezzi di me che non ho saputo comporre per dirti chi sono: forse la furia e la bonaccia, la passione e l’ardore, lo spasimo amaro e il respiro profondo, la donna che ama, che ride,che impreca, che piange e perdona? La femmina rosa dentro un corpo che ammalia, un seno che brucia, una bocca che sazia, un cuore che esplode nel petto e occhi che pregano amore…gioia bambina su gote arrossate, stupore ed incanto, audace promessa, abisso di mare, travolgente onda che ti smuove dal vento?

Ho guardato..ciecamente ho tastato pareti dove il dolore si appende per tuffarci la testa quando lo sfinimento ti prende,  ho tolto un chiodo,l’ho lasciato cadere, anche la morte stavolta ha compreso quanto è forte il peso della Vita! Strisciando come una biscia si è seccata al Sole, posata inerme sulle pietre della mia esistenza.

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La mia anima è come quella d’un caleidoscopio: di tutti  i colori, e si muovono, e il nero diventa rosso, e il giallo verde, e il blu si muta in altri colori e cosi via. Comincio con i colori dell’oro:il simbolo, adesso, della libertà, della leggerezza: Ora ho preso il caleidoscopio in mano e l’ho messo fisso sui colori più belli.

Anche il cielo stamane, terso e limpido dopo l’ultima nevicata si espande sugli occhi e riflette la sua luce incandescente,godo di questa vista,inebriata dagli sguardi ricambiati della natura..che spettacolo!

Che errore è stato allontanarsi dalla natura! Nella sua varietà, nella sua bellezza, nella sua crudeltà, nella sua infinita, ineguagliabile grandezza c’è tutto il senso della vita. Se mai mi viene a mancare, come mi stava accadendo, basta ritornare qui, agli occhi aperti del Cielo…e ritrovare così tutte quelle piccole sfumature che accendono i miei giorni di nuovo stupore..arcobaleni di possibili possibilità.

Quante volte…

Quante volte…quante volte arriverà ancora dicembre di luci che brillano sempre da qualche parte tranne che sul cuore? Quante volte senza neve con la sua Poesia,che cade piano ovattando ogni dolore…quante volte disillusa e stanca resisterà la voglia di ricominciare? quante volte ripeterai stessi errori e stessi guai… quante volte ancora avrai la forza di gridare e sarai costretta a tacere..e quante volte vorrai correre e giocare e invece ti stenderai  a fissare il soffitto rattoppato di ogni tua stella ormai spenta..? Forse soltanto fino a quando non  lascerai morire la Speranza..che è più che credere…è nascere di gioia, neve e luce…  un po’ come se arrivasse finalmente Natale!  Sentirsi bambini..con la magia negli occhi e il cuore rapito dalla Vita: un regalo bellissimo da scartare!

G.M

A braccia aperte

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Se il sole oggi non scalda e si nasconde
se il fiore si piega stropicciato dalla pioggia
e il vento reclama il tempo per una tempesta
a braccia aperte io Ti chiedo soltanto che non sia vano
se il mio sguardo non riposa
su orizzonti di luce
il cuore è un pugno
tra gli artigli della notte
le labbra si seccano ferite dal sale
e la gioia non mi illumina i pensieri
io Ti chiedo , soltanto che non sia vano
se non trovo il coraggio di morire nel dolore
per desiderare di vivere ancora
e la mia anima non si espande al pensiero dell’amore
 a braccia aperte io Ti chiedo,soltanto che non sia vano
se non trovo il modo, la strada
se mi scordo di credere
se non riconosco più il Tuo nome e la Tua mano
se Ti cerco e non Ti trovo
se la tua Nostalgia non è abbastanza
per sentire Speranza a braccia aperte e spalancate
io Ti chiedo soltanto,che non sia tutto vano!

G.M

Nonostante tutto

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Ho mescolato  l’anima alla saliva del mio tempo distinguendone i sapori nella bocca. Ho nutrito il cuore di fiori e rocce , di sabbia e di parole. l’ ho dipinto e ornato con sogni e stelle di carta, illusioni e magia, di rabbia muta e di dolore paralizzante, di cosciente cecita’, di errori dai quali imparare,  di sorrisi, baci e carezze di amore.
Ho fatto nascere e crescere discorsi che sono rimbalzati e caduti tornando indietro spogliati della loro umanità, ho restituito al mittente finte ali di cartapesta rifiutando un cielo racchiuso in un acquario.
Ho conosciuto la bellezza nella semplicita’ delle cose, nel coraggio dell’essere umano ,
nella paura dell’incerto e nella forza di andare avanti;
nello stupore dell’ esplosione primaverile che ti inebria di profumi e colori, in un dono inaspettato ,in una frase che ti scuote e che fai tua; in una musica che ti rapisce.
Mi sono vista crescere leggendo pensieri che hanno abbattuto le mie certezze
costringendomi a sovvertire il mio pensare.
A mettermi in discussione….ho chiuso porte in faccia alla menzogna e all’ egoismo
travestito di bellezza e falsa liberta’.
Ho sentito con violenza il bisogno di braccia forti che mi proteggessero per pochi istanti dal mondo esterno e ricacciare con altrettanta forza quel groppo in gola ..
andando avanti , indossando una corazza ma non accontentandomi di surrogati.
Mi sono vista piangere davanti a me stessa racchiusa nel mio abbraccio ,
lucidamente consapevole che talvolta le lacrime sono un lusso. Mi sono abbandonata nel vago piacere di non avere confini, d’essere incredibilmente vasta, non più contenibile e contenuta da nulla se non dalla tenue luce che mi brilla dentro;
Ho percepito la bianchezza di un paesaggio che si insinua nei pensieri e mi sono sentita scorrere come acqua allungandomi fino al mare, dondolata tra nuvole di schiuma;
Ho ricordato l’odore di gelsomino, quel profumo così intenso e fresco che non rimaneva nell’aria ma penetrava nella gola riempendo i polmoni e lasciandomi voglia di piangere, come un capogiro dopo un bicchiere di vino;
Ho abbracciato forte la nostalgia della calma di un grande cortile dove ho trascorso
l’infanzia, quel silenzio dopo la conta, durante il gioco del nascondino, delle corse con le compagne di una triste avventura lungo le recinzioni di un convento, dello stridìo delle rondini che si alzano in volo verso il sole, lo bevono e poi tornano giù, dei fili d’erba strappati con cui si facevano quei buffi suoni a pollici riuniti;
Ho conosciuto gente di spessore priva di titoli , di grassi conti in banca , di nastrini…ricche di umanità da comuovere
ho sentito lingue avvelenate vomitare sentenze che non includevano appello ,
senza conoscere ,investite miracolosamente di abiti da giudice e carnefice!
Ho visto la nana ipocrisia indossare abiti arlecchini , travestita da statura….
Ho visto genti , con l’indice rabbioso puntato sull’ indecenza altrui comprare l’amore nei vicoli maleodoranti di una città;
Persone , timorate di Dio , infilarsi in letti clandestini dopo aver massacrato di botte moglie e figli , si , e dopo il Padre Nostro con animo blasfemo scivolare sotto le lenzuola del sangue del loro sangue.
Ho visto la pochezza in bocche pregne di obese parole dai risultati sterili . Ho visto mani votate a prendere nell’ipocrisia del falso dare…ho visto cose e troppe ne ho sentite;
Si ,tutto ciò che di marcio può esistere e capire che basta un attimo e tutta quella pochezza te lo trovi addosso a succhiarti la vita che ti resta, un solo attimo di distrazione e quel marcio include anche te, sei tu;
il mio occhio spento distingue i colori,  sono anima e razionalita’ salvo la capacita’ di stupirmi
e di credere ancora nel sogno e so capire adesso che la Speranza è un dono e come tale va custodito con cura, basta non arrendersi, e vivere e vivere, con le nostre piccole forze umane, perchè in ognuno risiede qualcosa di importante: una scintilla di luce che è necessaria a Dio per i suoi disegni.
Nonostante tutto …ancora Speranza .  Io vedo ancora Speranza !

G.M