Ragione e meraviglia

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Il presupposto per una autentica consapevolezza è il senso di meraviglia, riuscire a liberarsi dallo spirito conformistico con cui solitamente accettiamo nozioni convenzionali, clichè mentali è questo credo l’obiettivo che mi preme di raggiungere. Mi accorgo che posso guardare il mondo e la vita con due facoltà: la ragione e la meraviglia, con la prima si tende a spiegare ogni cosa o di adattarlo ai nostri concetti, con la seconda si ci sforza di adattare al mondo la nostra mente.

E’ la meraviglia più che il dubbio, la fonte della conoscenza, il dubbio sorge sulla scia della conoscenza, esso sfida la mente riguardo alla realtà e chiede continui esami e verifiche di ciò che è depositato in essa, un’attività mentale che dipende da svariati elementi, vedere,giudicare, formare un’opinione e dubitare cioè mettere sotto esame tutto ciò che avevamo accettato come possibile verità.La meraviglia invece trascende la conoscenza, in altre parole la meraviglia è lo stato d’animo in cui non guardiamo alla realtà attraverso il reticolato della nostra conoscenza memorizzata, nulla è dato per scontato, siamo semplicemente stupiti dal fatto stesso di vedere e sentire qualcosa, stupiti non solo di fronte a valori o cose particolari ma per il fatto che quel qualcosa possa esistere, tutto possiamo mettere in discussione tranne il fatto di sentirci colpiti dallo stupore.

Il dubbio può essere sciolto e persino dimenticato, mentre uno stato di stupore non si cancella mai, resta sotto il mare fluttuante della nostra memoria, una traccia indelebile nell’abisso della nostra coscienza che emerge a volte inatteso a ricordarci il mistero della Gioia nascosta dell’esistenza.

Comincio a comprendere perchè la mia anima vive di questa perenne nostalgia per la Gioia, perchè sono irresistibilmente attratta dalla meraviglia…è il segno atavico del sorriso, quel sorriso endogeno della Vita che cerco in ogni cosa,tenerissimo e straordinario come uno stupore acceso.

G.M

Estasi e abisso

Stasera ho scelto per me musica carezzevole…morbida, la mia anima in questi ultimi giorni si è voluta stordire  di ritmo e parole nel tentativo di colmare il frastuono che spesso accompagna la solitudine, quel sentirsi soli in quella terribile contraddizione che può esistere quando hai troppe cose da voler dire e sei invece costretta dalle circostanze e dalle barriere delle riserve che impongono certe inutili conversazioni che sembrano toccare tutto quello che ti circonda ma mai il tuo io profondo, il blu..che è molto più di un colore per me, è il mio modo di essere ed esistere, ed allora ti ritrovi a reprimere, scegli apposta di tacere. 

E’ anche questo un modo di essere e sentirsi soli..non riuscire a trovare qualcuno da cui ti senti davvero ascoltata,  per la maggior parte delle volte e tranne qualche rara eccezione io mi sento sondata, scrutata, criticata, travisata..e attaccata e finisco con il ritrovarmi nel bel mezzo di una guerra dichiarata ed allora di conseguenza combatto, lotto..fino allo stremo delle mie forze e mi vedo catapultata in assurde lotte di potere che non ho scelto di fare per poi chiudermi nel silenzio.

Tutto questo ovviamente al costo di sofferenza..ed allora mi confondo e vedo lo spettro del mio abisso più scuro,vedo immagini di me che faccio fatica a riconoscere. Faccio tesoro di questo per orientare il mio di approccio verso gli altri nella direzione giusta.

Fortunatamente ho fatto durante il corso della mia esistenza poche ma sostanziali esperienze che sono tutto l’esatto contrario…incontri in cui una corretta comunicazione è stata determinante per stabilire legami profondi, quasi sublimi tanto forti di autenticità e rispetto da farmi sentire compresa, capita e persino amata..estasi e bellezza nella presa di coscienza che sì siamo soli ma ogni solitudine può essere accarezzata e abbracciata da altri cuori, e non importa se per un momento o per sempre..perchè di questo contatto rimane traccia, una firma indelebile sui nostri giorni.

Ho le mie estasi e i miei abissi..come chiunque a questo mondo, ma è buio, sera, quasi notte è il mio desiderio adesso è quello di essere riconoscente ad entrambe queste facce della stessa medaglie, perchè comunque ho imparato e sono cresciuta con il loro contributo e continuerò a scoprire, amare, vedere, rendermi conto d’ora in avanti della bellezza della vita anche per merito loro.

G.M

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E stasera mi è presa così: Verdena, ascoltato immersa nella vasca sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso, corposo ed aromatico..che se mi devo stordire almeno che sia di vino buono! Ed accendo pure due candele profumate che fanno tanto atmosfera..certo che funziona, devo ammettere che funziona!
Verdena..ricordo che ho preso in giro mia figlia per un sacco di tempo fino a quando mi sono sforzata di ascoltarli ed è stato amore come quelle cose su cui non ci avresti mai scomesso nemmeno un centesimo dei tuoi pensieri e che invece si prendono tutto, catturandoti interamente.
Devo ammettere però che i Verdena rappresentano la mia ciambella di salvataggio, mi hanno salvato dal delirio di un dolore atroce ed hanno dato voce a tutte quelle sensazioni che in quel determinato momento non riuscivo a decifrare…questa mia oggi è più nostalgia che appiglio..con il tentativo di ripescare il mio cuore sepolto in un soffio gelato, è più una speranza, un’ingenua speranza di sentirlo battere sotto il sepolcro di questo disincanto che ostruisce le vene.
Curioso come si ci aggrappa ad ogni cosa pur di uscire vivi da tutto ciò che tenta di massacrarti..e mi immergo sotto l’acqua…trattengo il fiato e sprofondo…riemergo e respiro…viva..a testa in giù non so stare a lungo e questo è assodato: Aria! ho cuore che vuole aria!
Mi avvolgo in un asciugamano emi accorgo di essere piccola, come posso incutere tanto timore! come è possibile? Come può esistere tanta ostilità..come posso rappresentare una minaccia  per qualcuno se tutta la mia esistenza è un compromesso di pace firmato con il sangue? Non ho risposte..ho i capelli bagnati, troppo lunghi come i miei pensieri che mi gocciolano sulla schiena tracciando una scia che fa una pozzanghera d’acqua dove ci annegherei adesso questa anima fragile stordita di cattiveria più che da questo calice di vino che basta appena a scaldarmi.
G.M

Come in uno specchio

La prima versione di questa bellissima canzone, di Eugenio Finardi
contenuta nel cd “Il vento di Elora” del 1989

Contiene “The Portage Philosophy” di Richard Beauvais

Fa male sentirsi rifiutati e rigettati dalla gente
Per tutto o per niente ma in fondo il perché non é importante
Ci si sente feriti, usati e poi gettati via
Ci si sente traditi come bambini abbandonati

Ho bisogno di un rifugio, di rifugio da me stesso
Si sopprattutto da me stesso e ne ho bisogno proprio adesso
Da una donna o da un amico, dalla mamma o dal marito
Da un amore ch’é finito male, da un figlio che non vuole più tornare

Lo so ti senti solo
A volte così solo
Anch’io mi sento solo
Solo come te

Per uno sbaglio nel tuo passato, un piccolo errore da niente
Che quasi ti era uscito di mente, ora ti senti condannato
E vorresti essere forte o magari vorresti essere morto
Perché così fa troppo troppo male, no così non può continuare

Hai bisogno di un rifugio, di rifugio da te stesso
Ma guardati come sei messo, ti sta crollando il mondo addosso
E ti senti così perso, come un cucciolo sull’autostrada
E sei così spaventato che oramai ci hai quasi rinunciato

Lo so ti senti solo
A volte così solo
Anch’io mi son sentito
Solo come te

E’ che a volte ci raccontiamo storie e ci gonfiamo delle nostre parole
Per poi ritrovarci prigionieri delle bugie che dicevamo ieri
Ci allontaniamo dalla gente per paura di essere sinceri
Per non mostrar le nostre debolezze nemmeno agli amici più veri

Se ti senti troppo vecchio, troppo vecchio stanco e consumato
Guarda a me come in uno specchio anch’io lo sono stato
Solo tu puoi farcela macredimi non puoi farcela da solo
Anche tu hai bisogno degli altri e forse gli altri hanno bisogno di te

E non sarai più solo
Ormai non sei più solo
Ma se ti senti solo
Vieni da me

The Portage Philosophy
(Richard Beauvais)

We are here because there is no refuge
finally from ourselves
until a person confronts himself in the eyes and hearts of others
he is running
until he suffers them to share his secrets he has no safety from them
afraid to be known he will know neither himself nor any other
he will be alone
wherelse but on this common ground can we find such a mirror
here at last a person can appear clearly to himself
not as the giant of his dreams nor the dwarf of his fears
but as a man, part of a whole with his share in its purpose
on this common ground we can each take root and grow
not alone anymore as in death
but alive to ourselves and to the others

We are not alone
we are not alone…

Siamo qui perché non abbiamo alcun
rifugio dove nasconderci da noi stessi.
Fino a quando una persona non confronta se stessa negli occhi e nei cuori degli altri, scappa.
Fino a che non permette loro
di condividere i suoi segreti,
non ha scampo da questi.
Timoroso di essere conosciuto non può conoscere se stesso né gli altri;
sarà solo.
Dove altro se non nei nostri punti comuni possiamo trovare un tale specchio?
Qui, finalmente, una persona può alla fine manifestarsi chiaramente a se stessa non come il gigante dei suoi sogni, né come il nano delle sue paure,
ma come un uomo parte di un tutto
con il suo contributo da offrire.
Su questo terreno comune noi tutti
possiamo mettere radici e crescere,
non più soli come nella morte,
ma vivi a noi stessi e agli altri.

Perché non siamo soli,
non siamo soli…..

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Sono nata donna, la Vita ha scelto che io fossi femmina ogni cosa di me rispecchia il mio genere , ho tratti somatici tipicamente femminili, grazia e delicatezza tra curve sinuose, andatura e modi di fare dolci e garbati, sono donna dentro e fuori in tutto quello che traspare e in ogni cosa che mi contiene.
La Vita mi ha forgiato e cambiata in tante cose, spesso mi ha chiesto la forza,la determinazione e la razionalità di un uomo per affrontare difficoltà, sconfitte e delusioni e mi ha domandato di ragionare come un uomo per non lasciarmi abbattere dal mio stesso sentire, questa tipicità profonda di sentire ogni cosa troppo forte ma con il tempo ho imparato a capire che nonostante tutto io oggi sono totalmente consapevole della mia femminilità e mi sento fiera di esserlo.
Come una donna ho occhi spalancati nell’immensità , sguardi sconfinati tra presagi e fortuna, allagati di emozioni che danzano al ritmo del mio cuore, a volte ristretto da qualche sconforto, avvolti da seta e coperte di lana per lisciare e carezzare memorie e storia abbracciando tutte le strade che portano dove risiede il focolare dell’amore per potersi scaldare, proteggersi e curare.
Ho narici e fiuto di giaguaro che segue profumi ed essenze vitali, annuso minacce e pericoli che indicano la via da seguire per non perdere la forza del mio bene e mi segnano il tragitto per recuperare la gioia del mio esistere.
Ho labbra di parole e baci da dispensare come miele per ogni succosa promessa che premia il coraggio di credere e sperare, e firme di sangue per suggellare il patto della mia devozione verso ogni verità che obbliga alla libertà di essere onesti con se stessi prima che con gli altri, ed ho bocca di parole che lascio come pietre , poggiate e dure riposte tra il tuo cuore e  lo sterno per manifestare il mio disappunto  su tutto ciò che ingiusto e mortale deleterio per ogni cosa che per me è degna di essere sacra e intoccabile;
Ho orecchie di donna, mi accompagna una musica di voci e melodie che celebrano ogni gesto e ogni mia intenzione, una colonna sonora che risuona su ogni rumore sovrastandolo di quiete, bellezza e semplice armonia che accorda le vibrazioni di ogni tristezza, ogni malinconia, ogni paura ed ogni rimpianto;
Ho seni di donna, nutrimento e culla per ogni tormento, cura che protegge il respiro e aria per ogni singhiozzo che ostruisce il fiato, dimora e sosta di pace come un’oasi di refrigerio nel deserto del cammino, scrigno di preghiere e benedizioni per ogni sogno di figlio;
Ho mani e piedi di donna operose e istancabili di premure e attenzioni che amano ad ogni gesto e ad ogni passo, mani di carezze ed abbracci che contengono il mondo, accoglienza e comprensione senza riserve, vicinanza e accordo a tenere il filo invisibile che riporta a galla quando non si scorge un senso o la ragione per continuare ad affidarsi alle mille possibilità che l’esistenza offre per capire, crescere ed essere migliore;
Sono femmina, donna, molte cose insieme e tutto quanto in me si muove, vive e respira in un’unica direzione: tutto in me è seme che muore nella mia terra e come seme fiorisce e sboccia alla nascita e da lì in poi vi è la cura, la protezione e l’amore necessario perchè possa restare vita fino alla fine dei miei giorni, dei miei occhi, del mio udito della mia bocca e delle mie narici oltre le mie mani e il mio corpo tutto in me è accettazione e poi dono e come tale ritorna in me a riposare nel cuore segreto e misterioso che conserva millenni di storia di cui ogni donna conosce la chiave e che spalanca al senso dell’esistere.

G.M