Quello che le donne non dicono…

Siamo così: un nodo intricato di frammenti di emozioni e ragionevolezza che ci pulsa nella pancia e si spande nel petto a prosciugarci di lacrime e sorrisi, in certi giorni cantiamo al mattino come nubi stonate in un cielo terso, dissonanti come lo scricchiolio di un pensiero che cerca il suo posto nell’arco di un tempo infinito intriso di ogni nostra stagione;

Siamo così:operose e stanche, sporche  bellissime di fatica, e vestite da strati  le mille forme di rassegnazione che insegna che non sempre dipende da noi quello che non si può cambiare;

Siamo così: refrigerio e fonte, tratti di terra che sfiorano migliaia di ovunque, attimi fragranti di pleniluni e  di colore, fiumi di espressioni modulati da ritmi esclusivi che definiscono  nuovi concetti, fluenti come rivelazioni che scandagliavano i recessi stagnanti del vissuto;

Siamo così: spettinate e con gli occhi accerchiati dai pugni della notte e meravigliosamente agghindate a seconda di un’occorrenza sovrana, ardenti come la sabbia sotto i piedi nudi nella  canicola di un mezzogiorno d’estate;

Siamo così; onde che si rifiutano di frangersi sulla battigia e tornano al largo a far da monito alla spietatezza delle correnti chiedendo indulgenza  per il sacrilegio di aver avversato la sorte che le avrebbe volute ad assorbire la terra:

Siamo così: dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate…incastrate in un mistero di cui ci sfuggono  i risvolti mentre il mondo spavaldo ci esplode intorno in tutto il suo sfrontato incanto. poesia del mare che le labbra consegnano alle orecchie discrete di un cielo lontano.

io

Ci sono voci che non possono ferire e rompere il silenzio

restano taciute,chiuse come un pugno  tra costole e stomaco

dilatano gli occhi verso il muro chiudendo occhi all’orizzonte

promontori invalicabili

isole sommerse

che aspettano Cielo per poter  piangere

Il Mare conserva pure questo…. nei suoi abissi:

atroce, spietata  Solitudine

omertosa!  destinate a morire

sepolte vive con  le palpebre essiccate e  le labbra cucite.

G.M

Certe donne

donna-malinconica-con-dolore

Certe donne si svegliano al mattino contando il battito del tempo nella clessidra dell’indolenza aspettando soltanto che venga presto sera.

Certe donne guardano il mondo da una finestra  osservano la strada e nascondono l’asfalto della via persa come pece sul cuore.

Certe donne, piangono piangono tanto fino a credere che è acqua oramai tutto il sangue che scorre nelle loro vene, e se per caso le viene da sorridere tremano tutte e si spaventano.

Certe donne,hanno fatto allungare i capelli per celare lividi per capire poi che ci sono segni che non si possono occultare agli occhi del cuore, e si pettinano spesso per far scivolare le tristezze, farle sparire prima di perdere ciocche tra le mani di chi fatto di loro una criniera.

Certe donne, sono belle che belle è essere una colpa,mortificano lo specchio con un vestito fuori taglia e fuori moda, ma poi quando nessuno le guarda sbirciano nell’armadio cercando quel delizioso vestito per la.festa..e lo indossano sfilando seminude a ritmo di una bachata che le fa sognare.

Certe donne, hanno voluto scordare cosa si prova ad essere apprezzate, rispettate,considerate e amate  perchè a masticarle in bocca certe cose ti viene soltanto voglia di morire.

Ed io come certe donne vorrei essere un uomo e toccarle come si fa con i cristalli..attenta a non farle cadere, spezzare, rompere, baciarle come si premono le labbra nell’ovatta dello zucchero filato.. portarle a ballare volteggiando tra nuvole e rose,stringerle e abbracciarle racchiudendole in un giorno di gioia e lasciarle sorridere, piangere. di felicità da scuotere di speranza ogni mare della terra.

G.M

 

Piccole donne crescono…

corpo di donna

Sono giunta al secondo tempo della mia vita, in piena maturità e non c’è un momento come adesso in cui ho piena consapevolezza della mia femminilità. Come la stragrande maggioranza delle persone ho avuto le mie difficoltà, periodi oscuri se non addirittura nero pece e giorni anche sereni, ma a causa di tutta una serie di cose che trovo inutile raccontare per lungo tempo io del mio essere donna non ci ho capito granchè o l’ho compreso soltanto in parte. Un tempo pensavo che essere femmina significava un fisico mozzafiato con le curve al posto giusto, esile ma armonioso, due bei seni e un sederino bello tondo..ad attirare sguardi, era camminare per strada e sentire l’orgoglio di piacere, sorridere beffandosi dei ragazzini che mi seguivano fischiettando complimenti, era lasciarmi divertire dal gioco della seduzione..che donna voleva dire prevalentemente avere la facoltà di fare figli e vivere l’emozione bellissima e unica della maternità, privilegio stupendo che nessun uomo potrà mai comprendere, donna voleva dire un ruolo ben preciso che era quello di prendersi cura del proprio uomo, della propria casa e dei propri figli sacrificando pure qualche ambizione perchè la realizzazione piena di una donna doveva ridursi a questo una volta  sancito una promessa di unione con il matrimonio…donna voleva dire tante e tante cose, pure il diritto di essere vanitose e coccolarsi con abiti,parrucchiere, maquillages, profumi , minigonne e tacchi da vertigini, giusto perchè ti faceva sentire bella e affascinante, da volere e desiderare. Donna per lungo tempo è stato mortificare tutta la mia femminilità confondendo il nemico perchè la priorità era combattere,indossando una mimetica mascherando sguardi vogliosi di pura passione, in battaglia si sa  rimane ben poco tempo per far l’amore, sognare e dormire, nascondevo pugnali sotto il cuscino per non lasciarmi cogliere impreparata, donna allora non era voce suadente e gentile ma erano sputi di rabbia, donna era quasi essere uomo.

Oggi per fortuna mi sono riappropriata con estrema chiarezza di tutto il mio universo femminile, e credo di afferrare tutto il senso, di conoscere il profondo mistero del mio essere donna, o perlomeno penso di essere orientata verso una direzione corretta.

Donna sono io che a dispetto anche di me stessa e di tutto ciò che mi è stato sempre detto vedo Bellezza in ogni mia stagione,portatrice sana di Vita, in grado di generare figli, creare, accudire, nutrire e curare i semi dell’Amore;

Donna sono io, Terra per la profondità dello sporco sotto le unghie,per l’altezza della mia anima e i venti dalle quattro direzioni sussurrano attraverso la mia pelle.
Io sono una donna capace di cantare dal mio cuore,in grado di ballare con le stelle e ululare alla Luna perchè amo.

Sono una donna nel più profondo, più buio e nella parte parte più sacra di me io sono coraggiosa sono forte delle mie lacrime apro le braccia al cielo e chiamo la pioggia quando l’aridità mi circonda, conosco la forza, il silenzio e la dolcezza per i miei figli e tutti i figli della vita, cammino e benedico la strada che mi vede percorrere, con lealtà, gioia di esistere.

Sono io, una donna racchiudo nel grembo il sonno prima del risveglio, conservo tra le vertebre le melodie di ogni musica, nelle mani le vene radice del mio sangue,negli occhi profondità sconosciute e nelle labbra carezze che sciolgono l’inverno dal tuo cuore come una benedizione.

Sono io, donna, pure spettinata senza un filo di trucco e a piedi nudi, con le borse sotto gli occhi e il tuo maglione addosso di dieci taglie più grande..sono donna, comunque imbronciata, arrabbiata forte qualche volta..muta con lo sguardo perso e i denti serrati, ma le parole, i baci,gli abbracci..la tenerezza,la forza, il coraggio e il sorriso e tutto il fascino della bellezza è rimasto,cresce e si espande nel mio cuore ogni istante..basta un flebile respiro a soffiare via la polvere che a volte lo ricopre e lo vedi ovunque.

G.M

Le tue foto

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Ti te conservo un sacco di foto: c’è quella in cui sorridi soltanto con gli occhi, in un giorno stanco di troppe parole, quella in cui ti guardi allo specchio con le labbra dischiuse celando un timido stupore per la tua bellezza che rimane appena appena sfiorita nonostante i mille anni che ti senti addosso fatti di storia che non osi nemmeno ricordare, c’è quella dove stringi forte il tuo cagnolino come fosse un figlio con una tenerezza che contiene tutta la tua fragilità, delicata come un petalo di rosa che hai paura di toccare per non sentirlo sciupare sotto le dita , come un figlio per ogni tuo figlio che non è saputo arrivare a sentirti fino a quel punto..che non è riuscito a varcare la soglia che è quella linea sottile che ti separa da tutto il resto del mondo.
Ho tante fotografie di te, le nascondo con cura e le guardo proprio quando il dolore di te si fa più forte, le osservo facendole scorrere una una per una fino in fondo ai miei occhi dove trovo sempre i tuoi che mi vedono vivere oltre tutto quello che è stato il nostro misero tempo. Le bagno di lacrime fino a disidratarmi. Le curo di carezze, tutte quelle che abbiamo aspettato invano;
C’è quella in cui piccolissima cerco le tue mani…quella tensione è la nostra stretta rimasta a mezz’aria come tutta la nostra vita ferma in un solo istante, immobile. La tua foto in cui guardi fissa l’obiettivo con il tuo sguardo trasognato e lontano assorto e impigliato in uno scatto di luce a raccogliere in un buco tutti i tuoi pensieri fino a farli sparire …e poi c’è ne una, una tra le tante che vado a spiare…prima fra tutte e in mezzo a tutte le altre, mi si è piantata nel cuore come qualche volta accade con una scheggia che se non rimuovi subito ti resta infilzata tra la pelle, sei tu in uno dei tuoi giorni peggiori, abbandonata e stesa come un pugile dopo un incontro, piena di lividi e ammaccature, con gli occhi vitrei e le labbra tumefatte…sei tu vinta,stanca, quasi morta, sei tu con tutta la tua tragica follia di credere che passa ogni cosa,sola come possono essere soltanto le anime piene di tutto..hai un sorriso accennato tenuto tra i denti stretti, le mani attorcigliate sul grembo perchè è lì che si conservano i pugni e i baci di un’intera esistenza, il corpo raccolto con la speranza di vederlo scomparire e due occhi che parlano…una preghiera inventata perchè tanto tutte le altre fanno giri immensi e poi tornano a schiantarsi contro il muro, una preghiera fatta di sospiri che rincorrono il fiato.

G.M

Ascolta l’infinito

Com’ è difficile dire tutto quello che sento
tutte le piccole grandi verità
ed ogni movimento che mi cambierà
e camminare così nell’infinito che ho dentro
che si modifica e cerca libertà
e chiede di capire quello che sarà
se parli piano puoi sentirlo già

ascolta l’ infinito.

Vedremo case tradite dal passare degli anni
ci sembreranno piccole e dimenticate
ritroveremo discorsi curiosità
e quel dolcissimo male ci accarezzerà
ma non avremo parole per dire dov’ è
e l’ abitudine porta così lontano

non è possibile dire tutto quello che accende
tutte le deboli e forti simmetrie
che lasciano nell’anima le poesie
e quella parte di noi che l’ infinito nasconde
che ci modifica e vuole verità
e sa comunicare quello che sarà
se guardi dentro puoi vederlo già

ascolta l’ infinito !

Mannoia

Donne…

38793E parlo di noi donne…che ci sentiamo sempre brutte, eternamente attente alla linea, continuamente  concentrate sui i nostri fianchi , la cellulite,  la pancetta e i  glutei che strabordano dai leggins, precise a trovare ogni minimo difetto che non ci fa sentire sicure e soddisfatte, allora comincia quella nostra interminabile estenuante battaglia all’ultimo pelo, l’ultima ruga, l’ultimo segno che ci fa provare quel senso disarmante di  sfiorimento.

Chi non ha mai provato a cancellare la stanchezza, il peso e gli anni ingegnandosi in tutte quelle manovre al limite dell’assudità per rimediare a tutti gli anestetismi che ci assillano?

 Quando non ci vediamo e sentiamo belle siamo capaci delle torture più allucinanti, tratteniamo il respiro all’inverosimile per estrapolare quel pelo che sembra un chiodo, siamo in grado di ammutolirci per venti minuti eterni, e per noi rappresenta un record nel guinness dei primati il tempo necessario perchè la nostra maschera ,quell’intruglio  che fa venire conati di vomito solo a guardarlo, faccia effetto e poi lo rimuoviamo sperando nel miracolo, possiamo dormire con i bigodi in testa e le forcine che si infilzano come spilli nel cuoio capelluto e svegliarci stordite dopo non aver chiuso gli occhi illudendoci che il sacrificio ne è valso la pena…sottoporci a trattamenti cosmetici lunghi come la morte e ricrederci persino della nostra tolleranza così labile a tutti quegli sguardi che ci squadrano e ce la dicono lunga su come siamo davvero se ci trascuriamo giusto un momento.

Ah, noi donne! Cosa non possiamo sopportare pur di sentirci affascinanti, pur di vedere un riflesso di desiderio! Tutto facciamo, tutto proviamo e ci sbattiamo la vita a provare sempre cadendo nelle ridicolaggini più assurde, per sentirci dire almeno una volta: Bella!

Giusto, perfetto , sacrosanto diritto quello di aver cura di noi, del nostro corpo e del nostro aspetto senza mai dimenticare però che siamo state belle davvero soltanto quando ci siamo sentiti amate, no belle, di più: eclatanti,e stupende, siamo diventate fiori sbocciando di ogni colore e tramonto incantevole di fuoco e luce, siamo  uno sguardo d’incanto senza fine soltanto quando amiamo, allora non c’è cura che tenga, siamo meravigliose senza speranza e senza miracolo!

G.M