Promessa…

Ero una promessa.
Speranza, io.
Dietro ogni ambizione,
il nome mio.
E lentamente crescevo.
A stare in piedi io, imparavo.
E grazie ai mille consigli…
L’errore divenne virtù.
Ti ringrazio madre,
per quando eri là.
Avrei, altrimenti vinto,
sui miei timori chissà!
Padre! In silenzio ti amavo.
La voce ed i gesti tuoi, imitavo.
Da te, la fede e il coraggio.
Mio vecchio amico! Infallibile e saggio!
Perché, vi siete arresi. Io non saprei…
Se ogni traguardo era per voi!
Se non ho più la vostra complicità.
Lottare… a cosa servirà?
Il tempo, faccia pure il mestiere suo
se tempo, poi ne resterà.
Purché, ci trovi ancora insieme.
Insieme. Nel sorriso e nella nostalgia!
Come si cambia, però.
Non so scordarmi di voi.
Che farei, solo!
Non sarò, mai così forte.
L’ultimo abbraccio, e poi… la morte!
Mi lascerete ai miei sbagli,
Sarò anch’io così grande, con i miei figli?
Perché vi siete arresi io non saprei.
La scuola non finisce mai!
Esami, quanti esami io mollerei.
Urlate ancora: ce la fai!
Vorrei che un giorno, foste fieri di me.
Se mai quel giorno arriverà.
Per ripagarvi dell’attesa,
troppe rinunce, ed amarezze, io lo so!
Come si cambia però,
io ancora qui tornerò.

Sguardo di figli…

Luce in fondo al tunnel,boccata d’aria
limpida, parole musica
casa dolce casa, un pò città un pò isola
un pò New York, un pò Polinesia

Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori

Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand’è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai

Sei fantastica, forte come il rock’n roll
una scarica, uno shock elettrico
sei la fonte di energia più potente che ci sia
bomba atomica dritta nello stomaco

Storia a lieto fine, ai confini della realtà
favola, bacchetta magica
ragione passione, giovinezza e maturità
armonia tra corpo e anima

Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori

Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand’è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai

Sei fantastica, forte come il rock’n roll
una scarica, uno shock elettrico
sei la fonte di energia più potente che ci sia
bomba atomica dritta nello stomaco

Voglia

Perché è solo Amore a farci cantare..quel sentimento bellissimo che ci conduce

verso l’altro e gli altri..aprendo il cuore  all’accoglienza, al dono…per non lasciarlo

morire mai…

G.M

Tu che aspetti che sia vita anche tu,
Tu che tenti di piacere di più,
Tu quante altre volte tu.
Finirà che il mondo scoprirà che tu esisti.
Vai tranquillità verso l’uomo che vuoi,
Vai sicura che poi gli piacerai,
Ci stai a dare un calcio ai guai,
A dire no alla noia che ti toglie la voglia, e poi…
Per te io sono ancora qui che canto,
Tu la spinta per tornare su, ancora su.
E allora dai, lasciati andare in questo mare,
Un mare che non ti aspettavi più,
Calore che sai solamente tu.
Tu..
Su te io ci scommetterei,
Io per te mille altre volte mi brucerei.
Sei tu quell’angelo che prima o poi decollerà,
Sei tu che conti, solo tu.
Il resto è la, fin quando la sete si placherà,
Di te io mi ubriaco e mi confondo,
Non puoi tentarmi e poi lasciarmi,
No, non farlo mai
E mi dirai che sono sempre un vagabondo,
Eppure ancora qui mi fermerò.
È solo per te che canterò,
Per teeee…!!!

Renato

Good night

“Suzanne ti accompagna
al suo posto presso il fiume
dove senti passare le barche
e puoi stare con lei la notte
lo sai che è mezza matta
ma è per questo che sei lì
lei ti offre tè all’arancia
arrivato dalla Cina
e non appena stai per dirle
che non hai amore da offrirle
lei ti porta in sintonia
e lascia il fiume a rivelarti
che tu la hai sempre amata

Tu vorresti andare via con lei
e seguirla ad occhi chiusi
sai che lei di te si fiderà
perché il tuo pensiero ha toccato
il suo corpo perfetto.

Gesù era un marinaio
e camminava sull’acqua
stette a lungo ad osservare
solo nella sua torre di legno
e quando ebbe la certezza
che solo i reietti lo avrebbero visto
disse agli uomini: – Siate marinai
fino a che il mare vi farà liberi –
ma egli stesso fu stroncato
ancor prima che il cielo si aprisse
abbandonato, nella sua natura umana
affondò come un sasso nella vostra saggezza

Tu vorresti andare via con lui
e seguirlo ad occhi chiusi
pensi che forse gli crederai
poiché il suo pensiero ha toccato
il tuo corpo perfetto.

Ora Suzanne ti prende la mano
ti conduce presso il fiume
addosso ha stracci e piume
dalle casse dell’Esercito della Salvezza
il sole si riversa come miele
su nostra signora del porto *
lei ti dice di guardare
tra la spazzatura e i fiori
tra le alghe vedrai eroi
e bambini nel mattino
che si affacciano all’amore
e per sempre lo faranno
mentre Suzanne regge lo specchio

Tu vorresti andare via con lei
e seguirla ad occhi chiusi
sai che di lei ti puoi fidare
perché il suo pensiero ha toccato
il tuo corpo perfetto”.

Note del traduttore.

“Al primo ascolto evoca immagini splendidamente malinconiche: si dischiudono successivamente alcuni significati, che ruotano attorno ad una figura femminile e spaziano a raggiera su umanità, profondità dell’Essere, il tesoro nascosto negli Umili. Il tutto permeato da un panteismo (secondo cui Dio si può trovare in tutti gli aspetti della vita, lo si ritrova anche nell’interpretazione della kabbalah del movimento chassidico ebraico) che motiva l’altra figura sulla scena, Gesù, in una rappresentazione per un verso iconica e per un altro profondamente spirituale: “quello che camminava sull’acqua” è più vicino alla visione ebraica (che non lo riconosce) che a quella cristiana, mentre il concetto di abbandonarsi a Lui come Lui si è abbandonato al Padre (“only drowning men could see him” – “he sank beneath your wisdom like a stone”) ha connotati mistici e fideistici. Entrambi figure controcorrente (lei artista bohémienne e “mezza matta”, Lui sovvertitore di costumi e “hippie” ante litteram) portano il Poeta a guardare in alto: lei con l’Amore non carnale (anche nella vicenda vissuta realmente, pare) Lui con la Salvezza promessa all’umanità (all men will be sailors until the sea shall free them). Cohen non ha mai abbandonato la sua fede ebraica, ma ha spesso spaziato elegantemente nelle altre religioni.

Troviamo l’elemento Acqua=Vita lungo tutto il testo: il fiume, il porto, le alghe, e il mare, come simbolo di nascita e di morte, nel senso di “morire a se stessi” per seguire Lui, di scioglimento dai tormenti terreni per approdare alla consapevolezza di Cristo. C’è la “torre di legno”, termine che ricorre nelle liriche di Cohen e qui sembra presagire la Croce, c’è la parabola degli Umili, si intravedono tratteggi della Passione: Gesù tradito, giudicato dagli uomini, lasciato solo sulla croce con la sua natura umana. La parte riguardante Gesù può essere anche letta in senso ironico, vista la -scarsa- considerazione che ne ha l’ebraismo: l’interpretazione è soggettiva, come sempre quando si approccia Cohen.

E infine la figura di lei (elevata al ruolo ieratico di “our lady of the harbour” – ved. nota) che indica dove guardare e “regge lo specchio”, a riflettere se stessa oppure i suoi interlocutori? Ancora la doppia valenza, in una figura e in un oggetto che suggerisce introspezione e ricerca di valori nascosti.

Da Suzanne alla Graziosa: in questo testo si potrebbero ravvisare anche dei punti in comune con Via Del Campo di De Andrè: la figura femminile in entrambe, reale o meno che sia, è comunque un pretesto per rappresentare la vita vera sfrondata di ogni falso perbenismo, elevando così realtà contrastanti -rifiuti e fiori – diamanti e letame – a bellezza e facendoci tendere, attraverso l’amore, alla perfezione (fiducia totale -“cieca”- concetti assoluti -“menti”- che sfiorano corpi resi puri -“perfetti”-). Non vi si rappresenta la donna come portatrice di legami, viene intesa più come una “sister of mercy” cui ti puoi avvicinare o allontanare a piacere, ma è al tempo stesso un tramite con la Bellezza e la Spiritualità.

Ascoltare Suzanne dal vivo in una notte di fine estate, con la sola figura del Poeta illuminata su un palco totalmente buio, è quanto di più suggestivo si possa immaginare, e in quel contesto in realtà dell’interpretazione non importa più molto ma si desidera, a propria volta, abbandonarsi alla magia ed alla fascinazione delle parole e della musica”.

(Marie Jolie, 2 aprile 2013)

Come mi vuoi

“Lo trovo, lo trovo, vedrai se lo scovo
dev’ esserci un modo per stringermi a te
nel tuo nascondiglio, sei un muro o un imbroglio
però io ti spoglio, e ti vesto di me..
Io guardo,mi scosto però finché posso
c’è già mare grosso, farei chissaché…
amore distante ma troppo importante
un angolo solo e dimmi che c’è.”

De Crescenzo

Carezze …


Ci sono giorni anche così…in cui ti senti ribaltata, un po’ sottosopra e cominci a mettere in discussione ogni cosa: chi sei, che cosa vuoi, dove ti trovi, dove credi di andare…giorni in cui lo spazio tra te e il mondo sembra dilatarsi, voragini di incomprensioni e malintesi e tu semplicemente ti senti ingoiata dalle tue stesse parole..già parole e Poesie è questo il tuo ponte, la tua fune con cui trattieni ed afferri, stringi e lasci andare il tuo cuore e altri cuori nel tuo..e senti soltanto bisogno, urgenza di silenzio per non sentirti violata, scalfita e depravata della tua essenza, quel profumo che ancora ti ostini ad espandere  come fosse una scia, una via per giungere a te o una strada per arrivare in altri.

Sono scesa nel mio silenzio ancora e non so per quanto tempo sentirò l’esigenza di restare…da qui posso udire la mia bocca chiusa,posso ascoltare tutte le altre parole, quelle che mi sono arrivate come Grazia a spezzare la disperazione..voci lontane, amiche, sincere, carezze di chi ha saputo cogliere un senso a questo scrivere, sguardi di immensa umanità ce si sono adagiati con rispetto e delicatezza sulle mie fragilità e si sono fermati per sempre come musica da danzare quando l’anima non basta:

“Solo chi ha conosciuto la vera solitudine è capace di vera poesia. Solo chi si è trovato di fronte alla matta bestialità di Golia può sapere come si fa a trovare il coraggio e la precisione per colpire la morte, la sua mostruosa illusione. Solo chi sa che la morte è una illusione e che la poesia è l’arma per smascherarla, può scrivere dei versi che grondano coraggio e vita vissuta fin nelle radici più profonde del dolore. Giusy seppe tutte queste cose ma si rialzò fiera e, nonostante le inevitabili ombre, procede nella vita con il passo di una Giovanna d’Arco, senza timore, ma con un bisogno incalcolabile d’amore”
” Dolcissima donna hai il cuore al posto giusto, fa’ che non si sposti, anche se si trova all’incrocio dei venti, ma è lì che un cuore deve essere posto, come il vaso più prezioso (non a caso il vaso è proprio il simbolo del cuore, basta meditare un po’ sulla sua forma). Quello che è fondamentale è non far mai prevalere il momento, né quello del dolore né quello della gioia, perché la loro altalena è perenne, come il giorno e la notte, la luce e il buio. Sei nel giusto, resisti, ti aiuterà la poesia, e una manciata di amici di cui spero di continuare a far parte finché vorrai”

Non è la Poesia che ha salvato te, tu hai salvato Poesia dallo scempio che la vita voleva farne, non scordarlo mai, tu sei Poesia e dovrai lottare  ancora e duramente per restare tale, sono sicuro che ce la farai e io potrò ancora sentirti cantare , suonare, vibrare..un assolo degno di Paganini!”

Potrei citare tante e tante altre di queste parole…e poche pochissime persone di cui posso contare braccia, cuore e anima che mi hanno salvata dalla più spietata delle solitudini che è quella di sentirsi incompresi, capiti fino in fondo e in verità. A loro devo la mia Speranza, la mia aderenza a quel poco di Bene che ho trovato..a loro devo le mie Poesie..il mio affetto incondizionato, la mia innocente fede di credere che siamo nel giusto..la mia ostinata voglia di resistere, resistere..a loro devo questo silenzio che mi invita a ricomporre il tempo..questo caotico mosaico di pezzi di me , dispersi chissà dove …grata mi inchino alle vostre tracce..e vi dedico note mute con la certezza che voi saprete farne melodia per cullarmi questo piccolo, tenero cuore nella più bella Poesia.

Giusy