Accade

Accade di Renato Zero [[Category:]]

Forse domani o forse no
ma prima o dopo accade

Accade che dentro di te
un’aria nuova c’e’

Voglia di cambiare
capita anche a me

Che la ragione ha il sopravvento
sopra ogni illusione

Posso capirlo e perdonare
chi non mi ama piu’

Non si puo’ fuggire
troppe volte no

Finalmente chiari
soffri un po’
Il tempo poi
ti sapra’ guarire…

Quando vinci sono tutti la’
Si paga a caro prezzo cio’ che credi sia lealta’
Successo
sei falso pure tu

Inventarmi ancora perche’ no
Criticarmi e’ un gusto al quale non rinuncero’
Capirmi… Capirti

L’anima che e’ in me
di colpo esplode accade
Prigioniero in questo corpo io

L’amore c’e’ ma a volte
non si vede accade
Accade che hai paura anche di te
Accade
Che incontra il buio la fede

Che piu’ nessuno ti crede

Accade che piu’ avanti vai e piu’ ti senti solo
Dovunque va quell’entusiasmo incontra aridita’
Bell’ idea volare
finche’ sei lassu’

Non e’ sempre cielo
aiutati un po’ anche tu

Dai una spinta al cuore
Riprendiamo il dialogo fra noi
Fanno un gran rumore dentro quei silenzi tuoi
Tacere
Noi non possiamo piu’
Piu’ passione quando mi amerai
Pensami piu’ forte come non hai fatto mai
Ancora
Piu’ coraggiosi di allora
C’e’ troppa volonta’ di farsi male
Mi pare
Tempo di primati non e’ piu’

Ci sono tante storie da salvare
Vivendo
Difendi la tua storia pure tu
Accade

Accade
(Accade accade accade accade accade accade)
La vita aiuto ti chiede
Accade

Accade
(Accade accade accade accade accade accade)
Ritroverai quella luce
la tua voce chi dice
(Accade accade accade accade accade accade)

(Accade accade accade accade accade accade)
Accade…

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Non sottovalutate mai, vi prego, una lacrima può nascondere fiume d’acqua

ristagnata che non può correre verso il mare…

non sottovalutate mai, vi prego,un sorriso, una gioa, un impeto d’euforia improvvisa

può essere infinita tristezza sciolta dai lacci della più cruda disperazione…

non sottovalutate mai, vi prego, una parola..una sola parola può fare la differenza

nell’eterna sfida della solitudine più profonda…

e non sottovalutate nulla di tutto ciò che non vi  è facile capire, la comprensione autentica percorre sempre le strade più  strane e impervie prima di essere verità..

e infine  ma non per ordine di importanza, non sottovalutate, mai vi prego un silenzio, a volte è l’unica scelta, l’ultima resa contro le barriere che creano certe parole  che possono essere evitate.. a volte è solo bisogno di trovare una via che ci riporti indietro  il cuore..e qualche volte è soltanto bisogno di noi, di sentirci nel solo modo in cui riusciamo ad amarci.

G.M

Viaggi

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Ci si può mettere in viaggio per raggiungere un luogo ma anche per l’amore di viaggiare.

Così, ci sono i viaggiatori notturni, del deserto, dei ghiacci, dei cieli, delle cavità oscure, delle montagne, dei vulcani, delle profondità dei mari, della superficie delle acque, dello spazio. Ma la notte, il deserto, i ghiacci, il cielo, le cavità oscure, le montagne, i vulcani, le profondità dei mari, le superfici delle acque, lo spazio sono la magnifica scusa per viaggiare; poiché in tutti questi mondi scelti come scusa, i viaggiatori non cercano ed esplorano il mondo, ma l ’intimità del loro essere, per coglierne l’ essenza e la pienezza, ed essere raggiunti da una risposta che li salvi dal silenzio che fa eco al finito irraggiungibile che si apre davanti a loro. Fosse anche per un solo istante durante tutto l’intero viaggio.

Allora, se incrociate un viaggiatore non chiedetegli né dove va né se è stanco; domandatevi se volete o avete una magnifica scusa per viaggiare anche voi…

Da uomo a uomo

DA UOMO A UOMO

Renato Zero

Io camminerò, e avrò paura

Ma camminerò, io camminerò

Finché sarà sera!

E la mia meta, è distante,

Io lo so!

La strada dura, sfiancante,

Io lo so!

Ed incontrerò, la pioggia, il vento, la nebbia

Il cuore sfiderà, l’immobilità

Di quei deserti di sabbia!

Se voglio vivere, indietro, non guarderò!

Affronterò i miei nemici Li sconfiggerò!

E mille altri sentieri Tenterei!

E’ l’avventura che muove, i passi miei!

E senza questo coraggio

Cosa sarei?! Non so!

Covi di iene, leoni e serpenti

Molto meglio, che qui!

Questi animali, malgrado gli istinti,

Conoscono la realtà Mi credi?

Anche la jungla, ha le sue leggi,

La sua democrazia!

Ma non uccide i sentimenti

Per pura megalomania Mi credi?

Da uomo a uomo,

Fatti un po’ avanti,

Senza l’artiglieria!

Mostrami i denti, fammi vedere,

Qual è la forza tua Mi vedi?

Non mi fermerò

Per nessuno e per niente!

Certo, pregherò!

Perché per me,

Sperare è importante!

Perché ho fiducia nel cielo

E credo in me!

Perché lasciare quel sogno, là dov’è

Perché lasciare che un altro, viva per te

Ed io non posso fermarmi Questo mai!

Cammino Ancora cammino

Forse mi incontrerai Vedrai!

La jungla!

La jungla!

Da uomo a uomo,

Fatti un po’ avanti,

Senza l’artiglieria!

Mostrami i denti, fammi vedere,

Qual è la forza, tua Mi vedi?

La jungla!

Good night

“Suzanne ti accompagna
al suo posto presso il fiume
dove senti passare le barche
e puoi stare con lei la notte
lo sai che è mezza matta
ma è per questo che sei lì
lei ti offre tè all’arancia
arrivato dalla Cina
e non appena stai per dirle
che non hai amore da offrirle
lei ti porta in sintonia
e lascia il fiume a rivelarti
che tu la hai sempre amata

Tu vorresti andare via con lei
e seguirla ad occhi chiusi
sai che lei di te si fiderà
perché il tuo pensiero ha toccato
il suo corpo perfetto.

Gesù era un marinaio
e camminava sull’acqua
stette a lungo ad osservare
solo nella sua torre di legno
e quando ebbe la certezza
che solo i reietti lo avrebbero visto
disse agli uomini: – Siate marinai
fino a che il mare vi farà liberi –
ma egli stesso fu stroncato
ancor prima che il cielo si aprisse
abbandonato, nella sua natura umana
affondò come un sasso nella vostra saggezza

Tu vorresti andare via con lui
e seguirlo ad occhi chiusi
pensi che forse gli crederai
poiché il suo pensiero ha toccato
il tuo corpo perfetto.

Ora Suzanne ti prende la mano
ti conduce presso il fiume
addosso ha stracci e piume
dalle casse dell’Esercito della Salvezza
il sole si riversa come miele
su nostra signora del porto *
lei ti dice di guardare
tra la spazzatura e i fiori
tra le alghe vedrai eroi
e bambini nel mattino
che si affacciano all’amore
e per sempre lo faranno
mentre Suzanne regge lo specchio

Tu vorresti andare via con lei
e seguirla ad occhi chiusi
sai che di lei ti puoi fidare
perché il suo pensiero ha toccato
il tuo corpo perfetto”.

Note del traduttore.

“Al primo ascolto evoca immagini splendidamente malinconiche: si dischiudono successivamente alcuni significati, che ruotano attorno ad una figura femminile e spaziano a raggiera su umanità, profondità dell’Essere, il tesoro nascosto negli Umili. Il tutto permeato da un panteismo (secondo cui Dio si può trovare in tutti gli aspetti della vita, lo si ritrova anche nell’interpretazione della kabbalah del movimento chassidico ebraico) che motiva l’altra figura sulla scena, Gesù, in una rappresentazione per un verso iconica e per un altro profondamente spirituale: “quello che camminava sull’acqua” è più vicino alla visione ebraica (che non lo riconosce) che a quella cristiana, mentre il concetto di abbandonarsi a Lui come Lui si è abbandonato al Padre (“only drowning men could see him” – “he sank beneath your wisdom like a stone”) ha connotati mistici e fideistici. Entrambi figure controcorrente (lei artista bohémienne e “mezza matta”, Lui sovvertitore di costumi e “hippie” ante litteram) portano il Poeta a guardare in alto: lei con l’Amore non carnale (anche nella vicenda vissuta realmente, pare) Lui con la Salvezza promessa all’umanità (all men will be sailors until the sea shall free them). Cohen non ha mai abbandonato la sua fede ebraica, ma ha spesso spaziato elegantemente nelle altre religioni.

Troviamo l’elemento Acqua=Vita lungo tutto il testo: il fiume, il porto, le alghe, e il mare, come simbolo di nascita e di morte, nel senso di “morire a se stessi” per seguire Lui, di scioglimento dai tormenti terreni per approdare alla consapevolezza di Cristo. C’è la “torre di legno”, termine che ricorre nelle liriche di Cohen e qui sembra presagire la Croce, c’è la parabola degli Umili, si intravedono tratteggi della Passione: Gesù tradito, giudicato dagli uomini, lasciato solo sulla croce con la sua natura umana. La parte riguardante Gesù può essere anche letta in senso ironico, vista la -scarsa- considerazione che ne ha l’ebraismo: l’interpretazione è soggettiva, come sempre quando si approccia Cohen.

E infine la figura di lei (elevata al ruolo ieratico di “our lady of the harbour” – ved. nota) che indica dove guardare e “regge lo specchio”, a riflettere se stessa oppure i suoi interlocutori? Ancora la doppia valenza, in una figura e in un oggetto che suggerisce introspezione e ricerca di valori nascosti.

Da Suzanne alla Graziosa: in questo testo si potrebbero ravvisare anche dei punti in comune con Via Del Campo di De Andrè: la figura femminile in entrambe, reale o meno che sia, è comunque un pretesto per rappresentare la vita vera sfrondata di ogni falso perbenismo, elevando così realtà contrastanti -rifiuti e fiori – diamanti e letame – a bellezza e facendoci tendere, attraverso l’amore, alla perfezione (fiducia totale -“cieca”- concetti assoluti -“menti”- che sfiorano corpi resi puri -“perfetti”-). Non vi si rappresenta la donna come portatrice di legami, viene intesa più come una “sister of mercy” cui ti puoi avvicinare o allontanare a piacere, ma è al tempo stesso un tramite con la Bellezza e la Spiritualità.

Ascoltare Suzanne dal vivo in una notte di fine estate, con la sola figura del Poeta illuminata su un palco totalmente buio, è quanto di più suggestivo si possa immaginare, e in quel contesto in realtà dell’interpretazione non importa più molto ma si desidera, a propria volta, abbandonarsi alla magia ed alla fascinazione delle parole e della musica”.

(Marie Jolie, 2 aprile 2013)

L’oracolo dei Poeti

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È un incessante pieno e vuoto
il fascino per la strada
la culla suadente del mare
se mi riposa nel sangue
gli occhi della mia solitudine
quando abbracciano il silenzio del mondo
è riempirsi e svuotarsi
di paura, occhi e memoria
è fuoco che danza
è togliersi tutto
per intingere di indaco la mente
è vestirsi di Poesia
quando guardo alla Vita
quando la penso
quando stanca la poso in un angolo
e poi la ricopro di premure e attenzione
è tutto così pieno
tutto così grande!
Ed io divento per divenire
e vedo lampi di mattine radiose
quando tutto è assopito
mi perdo in uno sguardo
visioni incandescenti
che fiammeggiano di carne e vene
e pulsano al ritmo di un tempo
che dilata e restringe il vuoto
e lo tramuta in moto
che invade e percorre
in dissonanze di toni
percuote e risveglia i sensi
fino a tuffarli
in una magma rovente
di quiete e bellezza
che dissolve e svincola
ogni catena di dolore.

G.M

Ti Danzo


Per i miei occhi

maltrattati dall’oscurità

risvegliati dal chiarore di ogni meraviglia

Per ogni parte del mio viso

labbra serrate e poi canto

Per le mie mani

pugni di rabbia

sciolte in carezze

per i miei piedi

stallo inerme

che diventa cammino

il mio corpo.. tutto

calpestato, usato e umiliato

fatto perdono in volo di farfalla

fatto dono

per la mente, il cuore e l’anima mia

io Ti danzo!

G.M

 

Quando?

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In molte società sciamaniche,
se ti rivolgi a un guaritore
per problemi di depressione,
scoraggiamento, o demotivazione,
ti sentirai porre quattro domande:
Quando
hai smesso di ballare?
Quando
hai smesso di cantare?
Quando
hai smesso di sentirti affascinato dalle storie del mondo?
Quando
hai smesso di trovare conforto
nella dimensione del dolce silenzio?

Hernàn Huarache Mamani

Ho ripreso a ballare…