Ritornello simile ad un respiro contemplativo che ritma l’intera esecuzione: ‘AH CHE VITA MERAVIGLIOSA/ QUESTA VITA DOLOROSA/SEDUCENTE, MIRACOLOSA/VITA CHE MI SPINGI IN MEZZO AL MARE/MI FAI PIANGERE E BALLARE/COME UN PAZZO INSIEME A TE’. Sì, ‘MERAVIGLIOSA’ è la vita! Il senso della ‘MERAVIGLIA’ che ci abita sin dall’infanzia richiama cose stupefacenti e sorprendenti da ‘ammirare’ per lo stupore che suscitano.
In noi continuano ad abitarci ombre e luci che attendono alle malinconie. Si desidera, forse, l’oblìo di trame che vediamo come attraverso un velo che ci separa ai sogni mai veramente aperti. Dopo essere stati felici, anche solo per un attimo di vita, il racconto dei sogni può divenire insopportabile senza una fede nella vita, perché la direzione delle memorie e la loro intensità è sempre ingannevole per la nostra fragilità d’animo. Non v’è nessun abisso fuori di noi ad attenderci: le nostre paure ci abitano perché spesso abbiamo reso il cuore un labirinto oscuro da percorrere.
Anch’io ho la mia fede, l’immenso e la purezza a cui mi aggrappo con ogni forza quando il buio mi assale…una fonte d’Amore e Bellezza capace di rivoltarmi l’anima per farmi tornare alla Vita…è una fede travagliata, conquistata, persa tante volte e mille volte ritrovata.
A volte si ha la sensazione che il cuore non possa reggere di fronte alla bellezza quando si tinge di ogni cosa pura. E l’amore è il cardine su cui possiamo far girare la nostra vera umanità ed eternità.
Ho amato, ed amo, tutte le persone che si sono avvicinati ai miei scritti, in particolare ad uno/a che in un’ultima sua missiva ha chiesto perdono per tutti gli insulti fatti alla mia persona. Non so cosa sia successo nel suo cuore, ma le sue parole hanno destato in me un senso di gratitudine e speranza. Caro amica/o: chiunque tu sia, se continui a leggermi, sappi che ci ritroveremo; e le mie mani tese verso di te immagina siano un ensemble di melodie del cuore, straordinariamente bello.
Ho amato, ed amo, quelle persone a cui raramente scrivo o non del tutto. Se non li visito ciò non vuol dire che non leggo i loro scritti. So che hanno un cuore forte, e il loro dire aiuta e conforta altri nel bisogno. A me basta, saperli giusti. Non occorre altro..
Succede spesso, quando qualcuno scrive o ci racconta l’intimità dei propri pensieri, in risposta riceve una nota dissonante, rimanendo nell’ incomprensione reciproca, e così provocare un’emorragia d’amore.
Per questo ho sempre timore di scrivere un commento che non sia in sintonia in chi scrive; pur tuttavia, quando non ci riesco, ed avviene, questo mio timore cerco sempre di accompagnarlo almeno con profondo rispetto.
Forse, il mio scrivere somiglia a ciò che scriverebbe una matta da legare. Forse. Ma sono anche consapevole, che la pazzia di un cristiano, che ha posto la speranza in Cristo e nella Scrittura, è infinitamente più pacifica della pazzia del mondo. Di questo mondo.
Ps: nessuno si dovrebbe vergognare di parlare di Gesù. Eppure accade; più frequentemente di quanto si possa pensare. “Chi si vergognerà di me, io mi vergognerò di lui davanti al Padre mio che è nei cieli”. Però, è vero: sarà sempre un personaggio scomodo. Soprattutto per ciò che diceva di essere. Soprattutto perché amava gli ultimi di questo mondo: quelli che a noi ribaltano la coscienza; quelli che incontriamo sulle strade del mondo e ci trovano indifferenti, avvinghiati ai nostri amuleti e vani ragionamenti.
Forse vi è un’immagine teologica della felicità, pur articolata nelle sue infinite mediazioni: una sostanza più leggera del vuoto nell’architettura del silenzio più profondo. Qui, dove la ragione si dissolve, trovi le forme dell’esistenza nascosta in una sequela di croci liquide, cristallizzate negli occhi dentro una leggerissima pioggia. V’è un tempo per nascere ed uno per morire; e vi è un abisso che ci osserva: prima, durante e dopo. Un destino fragile, una vita fragile. Ma per qualcuno la vita è ancora più fragile; ed in questa fragilità che la vita ci interroga più fortemente, quasi a manifestare che dove vi è più debolezza più forte è il diritto di conoscere la profondità della vita e la mano di chi la regge: la norma con cui deve essere considerata.
R.M.Riilke scriveva:
Non conoscemmo il suo capo inaudito e le iridi che maturavano. Ma il torso, tuttavia, arde come un candelabro dove il suo sguardo solo indietro volto,resta e splende. Altrimenti non potrebbe abbagliarti a curva del suo petto e lungo rivolgere lieve dei lombi scorrere un sorriso fino a quel centro dove l’uomo genera. E questa pietra sfigurata e tozza vedresti sotto il diafano architrave delle spalle e non scintillerebbe come pelle di belva e non eromperebbe da ogni orlo come un astro; perché là c’è punto che non veda te, la tua vita: Tu devi mutarla.
La bellezza dell’Essere va incontro alla bellezza della vita: al suo significato più profondo, dietro l’abisso che appena percepiamo. E’ qui che L’Essere tende la sua mano per svelare un senso ulteriore e infinito rispetto a ciò che si vede. Tu devi mutarla, dice il poeta: accoglierla per esserne degno, in qualunque forma apparente si riveli.
Io penso / che l’amore sia / come il sole / pur tra le nuvole / si fa dono / senza chiedere mai / nulla per sé. (F. Elmetti)
Uno degli spettacoli più belli è recarsi in riva al mare a vedere il sole sorgere dalle acque. È uno spettacolo gratuito, che ti dà grandi emozioni, perché la luce e i colori del nuovo giorno sono lì “anche per te”. Nell’aria frizzante, nel silenzio pieno di stupore, nel mormorio delle onde che s’intreccia con il volo placido dei gabbiani, tutto avviene come una nuova creazione di cui tu puoi essere solo spettatore. Prima tutto è oscurità, poi man mano che il tempo passa la luce da dentro l’acqua si stacca da essa per spandersi nell’infinità del cielo. Se tu non ci fossi a guardare quella nuova pagina di vita, il sole sorgerebbe ugualmente, eppure, se tu ci sei, in qualche modo senti che la sua luce ti avvolge e che e tuoi pensieri non possono essere che pensieri di luce, di colori, di stupore, di vita. E come non pensare alla Bellezza in quel frangente di tempo, breve e al tempo stesso eterno? La senti che ti accarezza il viso con il primo raggio di sole, la senti che t’avvolge le spalle quando la brezza si fa dolce, la senti e tu, con gli occhi umidi di chi non sa come ricambiare la gioia di quel dono, non puoi che sussurare “Grazie”.
“Ho veduto una sola volta l’unica, colei che la mia anima cercava, e la perfezione che noi collochiamo al di sopra delle stelle, che noi allontaniamo sino alla fine del tempo, questa perfezione l’ho sentita presente. Era là, questo essere supremo, là nella sfera dell’umana natura e delle cose esistenti. Non vi domando più dove essa è: è esistita nel mondo e può tornarvi; vi è soltanto nascosta. Non domando più che cosa sia, l’ho veduta, l’ho conosciuta. O voi, che cercate quanto vi è di più alto e di più perfetto, nella profondità della sapienza, nel tumulto dell’azione, nel buio del passato, nel labirinto del futuro, nelle tombe e al di sopra delle stelle! Conoscete il suo nome? Il nome di ciò che è uno e tutto? Il suo nome è bellezza.”
Sono un vecchio mai vissuto. Sono un reticolo di relazioni, ero un filtro d'informazioni. Scrutavo la vita con gli occhi, ora mi guardo in profondità. Cerco l'essenziale e non mi perdo nella superficialità. Questo sono io, questa è la mia storia. Per chi mi volesse sorprendere, si ricordi di fare attenzione alle particolarità. Gli uomini non sono accettati, i pensieri veri sono ben ritrovati. Buona lettura e buon divertimento, abbandonate la testa da un'altra parte, lasciatevi cullare dal vento.