Aspettando Te, piove luce

Pedro Salinas

Non trattenerti mai
quando vorrai cercarmi.
Se vedi mura d’acqua,
ampi fossati d’aria,
siepi di pietra o tempo,
guardie di voci, passa.
Ti aspetto con un essere
che non aspetta gli altri:
solo per te c’è spazio
là dove io ti aspetto.
Nessuno può incontrarsi
lì con me eccetto il corpo
che ti conduce, come
un miracolo, in bilico.
Intatto, inalienabile,
un grande spazio bianco,
azzurro, in me, non vuole
nient’altro che i tuoi voli,
i passi dei tuoi piedi;
non si vedranno mai
in esso altre orme…

Aspetto domani

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Con la mia chioma indomita

di capelli increspati in mille pensieri

e gli occhi che sciolgono fila  scomposte

di assenze che non rispondono a nome

e mani con dita : dieci

come  grani di rosari

che  pronunciano,implorano,scivolano..cadono, e mescolano

sabbia

clessidra appannata in un tempo che

non so più contare

io soltanto aspetto domani

trascinata,incrostata, impastata

da farina di un sacco stracciato

dal vento che incurva la retta dei sogni

gobbe poggiate tra le vertebre

questo è  il peso del silenzio

quando l’anima leggera

canta l’attesa

sorridendo una gioia sconosciuta

io aspetto domani…

e non hai saputo che  t’amo

e non mi hai più detto ti amo

geme sulle labbra

una piccola goccia di sete troppo a lungo

bevuta.

Io che non so aspettare

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Io che non so aspettare

incrocio le dita come si incastrano i pensieri

nuoto nell’aria

respiro dei battiti di questo tempo

che storia non è

io che non so aspettare

imparo dal vento

a sospirare

sbuffi d’amore

che cadono

su labbra dischiuse

e sono baci

che abbracciano: attesa senza sosta,

domani ti stringerò più forte.

Se potessi

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Se potessi
raccontarti di tutto ciò che vedo
disegnerei la scia che segue sempre il mare
quando ti trascina e passa
se potessi fermare il cuore quando sale
dalle budella al cuore
sputerei carezze senza spine
e giorni colmi di fiori
colti e salvati da prati desolati
sciolti
dalle mani del vento
quando non ti abbraccia
se potessi! Se solo io potessi
vorrei sostare tra tutte le sillabe incerte
che dondolano senza sapere se cadere o andare
dargli la spinta adatta
la giusta forza
arrampicarmi sopra i tronchi che scorrono
nel fiume della vita
ballarci sopra
e non sentire il peso dei miei piedi ruvidi
levigati per i passi sulle rocce…
se io potessi!
farei Poesia di ogni fiato
assomigliando in qualche cosa
ad una goccia d’acqua
che scivola, si posa
cade lenta e bagna gli occhi per schiarire
il cielo quando non mi vede.

G.M

Quando?

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In molte società sciamaniche,
se ti rivolgi a un guaritore
per problemi di depressione,
scoraggiamento, o demotivazione,
ti sentirai porre quattro domande:
Quando
hai smesso di ballare?
Quando
hai smesso di cantare?
Quando
hai smesso di sentirti affascinato dalle storie del mondo?
Quando
hai smesso di trovare conforto
nella dimensione del dolce silenzio?

Hernàn Huarache Mamani

Ho ripreso a ballare…

Camminando per la Vita

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“Sai cosa mi commuove di te? Quando parli, ti muovi o scrivi sembri sospesa, ogni volta è come se lasciassi un addio, il tuo..ogni volta è come se mi salutassi per sempre, come qualcuno che sta per morire da un momento all’altro. Ma tu, dimmi pensi così tanto alla morte, allla tua,intendo? Forse la temi e la esorcizzi pensandoci sempre?”
“Sì è vero ci penso, ci penso sempre…alla mia morte per meglio dire alla morte in generale, in fondo credo sia normale, è una condizione della vita, finirò come finirai tu e tutti quanti e qui non ci piove…paura? Ne ho avuta e parecchio anche,la morte ci obbliga alla consapevolezza della nostra esistenza, ma credo che il motivo è un altro, ben più profondo, più importante..penso alla morte perchè voglio dare un senso a questa mia vita..e liberarmi da tutto ciò che mi toglie la libertà di morire in pace. Quando sono diventata madre per la prima volta, ho sentito oltre alla gioia immensa un senso profondo di responsabilità di fronte alla mia creatura: lei mi avrebbe tolto la mia libertà di morire! Non pensavo trasparisse così tanto, ora capisco perchè mi guardi sempre con gli occhi lucidi, anche quando mi sorridi le tue risate mi tremano dentro con la voglia di piangere”!
Se ripenso a mia madre e alla sua morte l’elemento che mi ha costretto a mettere in discussione tutta la mia vita non è stata la sua dipartita ma la sofferenza nella sua fatica di morire in santa pace.
Lei aveva paura della morte, me l’ha espresso chiaramente quando si è resa conto che la sua malattia avrebbe avuto questo epilogo, quando aveva oramai smarrito ogni speranza di sopravvivere e si stava consumando tra dolori lancinanti e stanchezza.
Ha sofferto terribilmente per esalare l’ultimo respiro e la vicinanza dei figli ha condizionato parecchio questo suo stato…ha fatto fatica a lasciarci a dirci addio, noi tutti le stavamo attorno, stringendole le mani, sussurandogli parole di conforto..ascoltando le sue ultime parole con estrema attenzione come a volerci trovare l’ultima benedizione o i segreti nascosti della vita intera, perchè si sa chi sta per morire è come se improvvisamente venisse pervaso della verità, impregnato di tutta la sua coscienza nell’ultimo atto di misericordia verso se stessi e verso chi ama.
Ho compreso tante e tante cose dopo la sua morte, dopo il primo periodo di grande dolore che ha comportato la sua perdita mi sono resa conto che dovevo fare i conti con questa realtà che è la morte.
Ho subito dei distacchi nel corso della vita, distacchi vitali, ho perso gli affetti più cari a cominciare da mio padre morto prematuramente per continuare con amici e parenti fino a mia madre il mio primo legame alla vita. I primi giorni e i primi mesi sono stata travolta dai ricordi: i suoi sorrisi, le sue parole..la sua vita, l’ho ripercorsa passo per passo come vedere un film, fotogrammi dei nostri giorni insieme e ricordo che la prima sensazione che ho provato è stata quella del senso di inutilità di ogni cosa..come se fosse stato tutto inutile, vano..perchè trascorriamo i nostri giorni stremandoci l’anima, riempendola di pensieri inutili, di cose superflue sempre alla ricerca spasmodica di qualcosa che ci faccia sentire vivi, quando basterebbe accontentarsi di godere di ogni attimo finché il battito ce lo permette? Perchè non riusciamo ad apprezzarela vita semplicemente per il tempo che ci è dato,cercando sempre di stare bene inseguendo quello che ci fa bene? perchè non lo smettiamo di rimandare per esternare i moti del cuore, posticipiamo ogni cosa pensando di avere tutto il tempo e non consideriamo la precarietà della nostra esistenza, ci priviamo inutilmente dei baci, delle carezze, delle dolcezze e tenerezze che vogliamo pensando che c’è tempo, aspettando il tempo. Quanto tempo inutile sprechiamo! Ecco cosa ho imparato io, invece che voglio essere felice, voglio gioire il più possibile e tutte le volte che ne sento l’esigenza, anche ora, adesso, non voglio più aspettare domani, abbandonarmi morbida ai moti del mio tempo e scivolare in ogni sensazione assecondando il cuore…lasciarlo andare dove vuole, accompagnarlo e assaporare i suoi voli con leggerezza, oggi è domani!
Ma la cosa che ho compreso più di tutto e che voglio arrivare al momento della fine, libera, voglio riuscire ad andarmene preparando fin d’ora il distacco dai miei affetti più sacri..creando le condizioni perchè quel giorno non ci siano più lacci come cappi ad impedirmi di esalare l’ultimo respiro, che non vuol dire affatto mettere le distanze, ma riempirle da subito con una presenza perenne di Bene.
Non la temo la morte, adesso..ho le mie convinzioni che mi spingono a credere che c’è un’altro posto che mi aspetta..vado incontro a questo ineluttabile mistero pacifica perchè tanto nessuno potrà mai evitare che accada. Intanto sono qui, aderisco a tutto ciò che comporta esserci, mi assumo la facoltà di vivere a modo mio..intensamente, appassionatamente, profondamente lasciando memoria di bellezza per quanto più mi è possibile, divorando il Bello che c’è quando lo trovo, felice di ogni scoperta, felice di ogni allegria,  felice dei miei passi, semplicemente viva nel vero senso del termine.

G.M

Da questo mare…da un altro mare

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E sono qui a pensarti da un altro posto, da lontano da un altro mare…potresti chiamarlo Speranza che è poi un altro modo di credere, da qui ti parlo e ti racconto di me di quel sono adesso dopo tutta la vita che mi ha scaraventato  a pioggia colpi e illusioni ferendomi a sangue senza uccidere mai la voglia di provarci ancora.
Ti parlo da qui e so che mi sentirai ed ogni volta è avvicinarti , stringerti forte, ho navigato tanto ed ho sognato distese radiose e riva, ho pensato ai girasoli che si cullano al sole e albe distese al primo vento del mattino  ed ho immaginato ruscelli e acqua sorgiva per dissetarmi dopo ogni arsura e musica come amaca dopo poggiare il silenzio,di ogni luogo di quiete io serbo la bellezza che ti grido addosso, così come mi viene così come posso.
Da questo mare io porto salsedine e delusioni, ed ogni graffio dei relitti che mi sono cascati addosso, ma serbo pure la tristezza e il dolore che ho fatto sprofondare negli abissi della paura ed che  ho rivisto in altri occhi.. quel timore che blocca il respiro e so che è vero che si cambia, che  si può nel tempo e nell’indifferenza  di chi ci sta accanto ma alzando lo sguardo ho riconosciuto ogni cosa che ho perso e di tutti i desideri calpestati sono rimasti i mie passi e il mio coraggio.

Un altro mare dove si impara ad aspettare fermando gli occhi in un istante per poi colpire forte questa terra dolce e diffidente con la stessa determinazione che ci metto a difendere il mio passato senza rinnegare niente…benedicendo tutto il sudore pianto in lacrime e fatica.
Da questo posto io ti penso con la mia anima tagliata guarita ma rimasta spalancata sempre aperta  all’aria e al chiarore di un piccolo bene sapendo che non so spiegare quello che ancora non riesco io stessa a capire, quello che non so vedere ed ogni cosa che mi cambia ma è aspettare è l’unica cosa che la vita mi ha insegnato ed è un dono che non voglio sprecare , aspettare è  il segreto che vorrei insegnarti, e la pazienza del tempo che si prende ogni cosa ma ti lascia sempre un pensiero da abbracciare quando si ci si sente troppo soli, un tempo che ti spoglia di tutto per ricoprirti poi di quel mondo che curi con ardore e diventa fuoco e calore  che nemmeno il vento può spegnere.

Da questo mare io ti aspetto.

G.M