Bambina. Un tempo lo fu con il riflesso ricamato dal fango, fiore selvaggio, figlia del sole e del vento nutrita dalla pioggia e dal caso. Sazia di periodiche probabilità. Le sue mani erano petali, nude indifese fragili come foglie e occhi nelle mani, vedeva con le mani, sfiorava il mondo a raccogliere sensi a strisciarli su muri implorando un contatto, i suoi occhi erano sempre occhi, e le sue mani comunque mani, sentiva con il cuore, annusava e percepiva, fidandosi del rigoglioso fiuto dell’amore, dei palpiti e dei brividi, senza raccoglierli e trattenerli. Fu donna, a scavare desiderio dalla sua carne per intrecciarlo ai suoi pensieri ad assestare la sua coscienza ibrida Fu donna e ancora bambina. e poi tutte e due insieme ora ascolta la pelle.. ma si orienta con l’anima… lei guida e traduce i segnali nascosti.. l’innocenza rimane intatta quando abbraccia il senso dell’Amore.
Se potessi raccontarti di tutto ciò che vedo disegnerei la scia che segue sempre il mare quando ti trascina e passa se potessi fermare il cuore quando sale dalle budella al cuore sputerei carezze senza spine e giorni colmi di fiori colti e salvati da prati desolati sciolti dalle mani del vento quando non ti abbraccia se potessi! Se solo io potessi vorrei sostare tra tutte le sillabe incerte che dondolano senza sapere se cadere o andare dargli la spinta adatta la giusta forza arrampicarmi sopra i tronchi che scorrono nel fiume della vita ballarci sopra e non sentire il peso dei miei piedi ruvidi levigati per i passi sulle rocce… se io potessi! farei Poesia di ogni fiato assomigliando in qualche cosa ad una goccia d’acqua che scivola, si posa cade lenta e bagna gli occhi per schiarire il cielo quando non mi vede.
Oggi mi sono svegliata tramortita, stanca e sfinita…la mia notte è stata travagliata e a tratti imbavagliata di pensieri, visioni e fantasie, un oceano immenso di vita che cade addosso all’improvviso con tutto il suo cuore dentro. So che per me è un periodo difficile, sto attraversando i miei deserti e i miei mari, le mie lagune di stasi perenne e le mie radure di alberi che si spogliano al vento, emozioni e solitudini che si intrecciano tentando di ricucire una tela nella mente che abbia un senso, provando a ricomporre questo cuore che si disperde ovunque: in altri cuori, in altra vita, in altri posti,in altri silenzi…e in mezzo a tutto questo trambusto io cerco qualcosa, qualcosa che assomigli ad un oasi di pace o soltanto tregua. Forse io questa pace non la troverò mai,comincio a pensare che quelli come me, quelli che mettono l’anima in ogni cosa fanno poi una gran fatica a sentirla intera, come se ad ogni passo, ogni gesto, ogni parola la disperdessi ovunque e tu sai che c’è ma non riesci più a contenerla tutta intera in un solo istante. Mi chiedo se mai un giorno riuscirò a trovare il giusto distacco dalle cose, a mantenere un pezzo di tragitto di sicurezza sufficiente a permettergli di respirare senza affanno e senza il rimpianto di essersi consumati. Consumato, ecco com’è il mio cuore…usato e adoperato fino allo sfinimento..dovevo nascere meno, meno ogni cosa, meno occhi, meno mani, meno carne, meno capelli,meno sentire e invece no sopraabbondante, straripante, sempre in piena e nessun letto che mi riposa. Anche ora, adesso che mi lascio trascinare dalle note della Sinfonia NO. 9 di Beethoven io sono altrove, con l’anima che mi suona sulla pelle,immersa in visioni di cielo e nuvole e mare che si innalza in schiuma e onde, bagnata da pioggia e squarci di sole che sembra uscire dal petto, posso ascoltare potenza e vibrazione, spinta ed elevazione, radiosità e calore…fuoco e lingue di silenzio nel tempo di un brivido che si accende vigoroso e cala dolcemente per morire negli occhi sipari di musica che danza dal cuore alla mente e percorre ogni cosa di me…per tornare all’anima da dove tutto è cominciato.
E continuavo a chiedermi perchè mai il mondo non aveva cessato di correre: il tempo batteva i suoi inutili rumori, gli occhi saltavano danzando tra luci e ombre le mani con le ossa toccavano il silenzio per morire senza afferrare e continuavo a chiedermi di cosa sorridesse il sole mentre la terra fradicia ti pioveva addosso senza attesa io continuavo a guardarti senza vederti graffiando tutti i giorni senza i tuoi occhi dimenticandoti senza memoria amandoti e frantumandomi ad ogni fiato privo del tuo respiro io continuavo a chiedermi e non so cosa è rimasto di quel giorno se non la vita di adesso che mi si sdraia a fianco beffandosi di questi giorni che restano ad aspettarti sempre.
Dare. Dare. Dare.
Vuoi vedere, che diventerà un mestiere!
Cieca assuefazione
Questo dare, sembra non bastare mai.
E non puoi pretendere. Scommettere.
Di avere poi
Con la stessa volontà. Intensità. E amore.
Avrò dato a modo mio.
Ma senza risparmiarmi, io, ho dato.
E se ho mentito, ho già pagato.
Questa solitudine lo sa!
Ma, non so mai dire, no!
Sorridendo, accetterò l’inganno, e,
pur di avere, mi userai.
E dopo, mi pugnalerai, al cuore! Vita mia! Stavolta, dove andiamo? Vita mia In quale direzione. Incontro a chi che bello ritrovarti qui Vita mia! Che vuoi e non vuoi, prometti, e poi non dai. Vita mia! Ma quante volte, tu mi tradirai? Tu, sedurrai i pensieri miei Mignotta come sei!
Vita mia!
Che malattia!
Vita mia!
Vita mia! Sei mia!
Che vita Soltanto mia!
A volte ci si stanca,
di sorridere per niente
A volte anche una lacrima, ci credi è importante!
Vita mia!
E se ho sbagliato, mi perdonerai?
Se ho dato a tutti, l’indirizzo tuo.
Se non ha più segreti il nome mio
che farai, se non ci regaliamo un po’ anche noi.
Vita mia!
Non mascherarti, dietro ai giorni miei.
Per far quadrare, quei bilanci, di tempo tu ne avrai.
Dai, se hai!
Tu dai, e riavrai.
Vita mia!
Non deludermi mai mai
Mi accorgo di essere diventata esigente, selettiva nei rapporti con le persone, sono generosa accolgo tutto, ma mi lascio invadere profondamente solo da chi riesce ad affascinarmi, stupirmi.. attrarmi, ho pagato troppo per sentimenti diretti verso persone che non lo meritavano..che hanno giocato con il mio cuore..usato e gettato via come niente fosse ed ora forse mi difendo soltanto, ma di una cosa sono certa :
Non sono il potere e la ricchezza ad affascinarmi, catturarmi, ma la classe e la cultura, .un cervello fine mi eccita molto di più della posizione sociale,l’eleganza nel vestire e nei gesti mi ipnotizza molto più di una macchina potente e di un rolex ostentato, una conversazione brillante può essere più afrodisiaca di un piatto di ostriche. Prova a stupire il mio cervello se riesci, Spogliati di ogni sovrastruttura e resta nudo per me usa la voce, usa la mente annusami respirami.
Credevi fosse facile?
Sono strane a volte le donne,prova a parlarmi di qualche cosa che non so, prova a farmi ridere…
Io che ho visto
la terra bruciare
e la gente
che mi entrava in casa
io che ho visto tutto
oggi sono vero
Io che ho visto
un uomo e una campana
stare insieme
e gridare per ore
ieri che ho visto il mare
oggi sono stanco
Ma voglio di più
di quello che vedi
voglio di più
di questi anni amari
sai che non striscerò
per farmi valere
vivrò così cercando un senso
anche per te
Ed ho visto
prestare le mani
solo in cambio di un po’ di rumore
mentre a Sud il caldo t’ammazza
e hai voglia di cambiare
Ed ho visto morire bambini
nati sotto un accento sbagliato
ieri mi sono incazzato
ed oggi sono vero
Ma voglio di più
di quello che vedi
voglio di più
di questi anni amari
sai che stillerò
per darti colore
sarò così sempre
pronto a dire no
Ma voglio di più
di quello che vedi
voglio di più
di questi anni amari
sai che non striscerò
per farmi valere
vivrò così cercando
un senso anche per te…
Non ho miele ma nemmeno fiele
l’ho ingoiato per te
soltanto labbra
rimaste dischiuse
dai tuoi baci traditi
bocca d’anima
che anima morde…
non ho miele
solo acqua
annegata
allagata
occhi, parole,mani
caduti come massi sui miei sguardi
ora chiusi
dal mare che prende.
“Suzanne ti accompagna al suo posto presso il fiume dove senti passare le barche e puoi stare con lei la notte lo sai che è mezza matta ma è per questo che sei lì lei ti offre tè all’arancia arrivato dalla Cina e non appena stai per dirle che non hai amore da offrirle lei ti porta in sintonia e lascia il fiume a rivelarti che tu la hai sempre amata
Tu vorresti andare via con lei e seguirla ad occhi chiusi sai che lei di te si fiderà perché il tuo pensiero ha toccato il suo corpo perfetto.
Gesù era un marinaio e camminava sull’acqua stette a lungo ad osservare solo nella sua torre di legno e quando ebbe la certezza che solo i reietti lo avrebbero visto disse agli uomini: – Siate marinai fino a che il mare vi farà liberi – ma egli stesso fu stroncato ancor prima che il cielo si aprisse abbandonato, nella sua natura umana affondò come un sasso nella vostra saggezza
Tu vorresti andare via con lui e seguirlo ad occhi chiusi pensi che forse gli crederai poiché il suo pensiero ha toccato il tuo corpo perfetto.
Ora Suzanne ti prende la mano ti conduce presso il fiume addosso ha stracci e piume dalle casse dell’Esercito della Salvezza il sole si riversa come miele su nostra signora del porto * lei ti dice di guardare tra la spazzatura e i fiori tra le alghe vedrai eroi e bambini nel mattino che si affacciano all’amore e per sempre lo faranno mentre Suzanne regge lo specchio
Tu vorresti andare via con lei e seguirla ad occhi chiusi sai che di lei ti puoi fidare perché il suo pensiero ha toccato il tuo corpo perfetto”.
Note del traduttore.
“Al primo ascolto evoca immagini splendidamente malinconiche: si dischiudono successivamente alcuni significati, che ruotano attorno ad una figura femminile e spaziano a raggiera su umanità, profondità dell’Essere, il tesoro nascosto negli Umili. Il tutto permeato da un panteismo (secondo cui Dio si può trovare in tutti gli aspetti della vita, lo si ritrova anche nell’interpretazione della kabbalah del movimento chassidico ebraico) che motiva l’altra figura sulla scena, Gesù, in una rappresentazione per un verso iconica e per un altro profondamente spirituale: “quello che camminava sull’acqua” è più vicino alla visione ebraica (che non lo riconosce) che a quella cristiana, mentre il concetto di abbandonarsi a Lui come Lui si è abbandonato al Padre (“only drowning men could see him” – “he sank beneath your wisdom like a stone”) ha connotati mistici e fideistici. Entrambi figure controcorrente (lei artista bohémienne e “mezza matta”, Lui sovvertitore di costumi e “hippie” ante litteram) portano il Poeta a guardare in alto: lei con l’Amore non carnale (anche nella vicenda vissuta realmente, pare) Lui con la Salvezza promessa all’umanità (all men will be sailors until the sea shall free them). Cohen non ha mai abbandonato la sua fede ebraica, ma ha spesso spaziato elegantemente nelle altre religioni.
Troviamo l’elemento Acqua=Vita lungo tutto il testo: il fiume, il porto, le alghe, e il mare, come simbolo di nascita e di morte, nel senso di “morire a se stessi” per seguire Lui, di scioglimento dai tormenti terreni per approdare alla consapevolezza di Cristo. C’è la “torre di legno”, termine che ricorre nelle liriche di Cohen e qui sembra presagire la Croce, c’è la parabola degli Umili, si intravedono tratteggi della Passione: Gesù tradito, giudicato dagli uomini, lasciato solo sulla croce con la sua natura umana. La parte riguardante Gesù può essere anche letta in senso ironico, vista la -scarsa- considerazione che ne ha l’ebraismo: l’interpretazione è soggettiva, come sempre quando si approccia Cohen.
E infine la figura di lei (elevata al ruolo ieratico di “our lady of the harbour” – ved. nota) che indica dove guardare e “regge lo specchio”, a riflettere se stessa oppure i suoi interlocutori? Ancora la doppia valenza, in una figura e in un oggetto che suggerisce introspezione e ricerca di valori nascosti.
Da Suzanne alla Graziosa: in questo testo si potrebbero ravvisare anche dei punti in comune con Via Del Campo di De Andrè: la figura femminile in entrambe, reale o meno che sia, è comunque un pretesto per rappresentare la vita vera sfrondata di ogni falso perbenismo, elevando così realtà contrastanti -rifiuti e fiori – diamanti e letame – a bellezza e facendoci tendere, attraverso l’amore, alla perfezione (fiducia totale -“cieca”- concetti assoluti -“menti”- che sfiorano corpi resi puri -“perfetti”-). Non vi si rappresenta la donna come portatrice di legami, viene intesa più come una “sister of mercy” cui ti puoi avvicinare o allontanare a piacere, ma è al tempo stesso un tramite con la Bellezza e la Spiritualità.
Ascoltare Suzanne dal vivo in una notte di fine estate, con la sola figura del Poeta illuminata su un palco totalmente buio, è quanto di più suggestivo si possa immaginare, e in quel contesto in realtà dell’interpretazione non importa più molto ma si desidera, a propria volta, abbandonarsi alla magia ed alla fascinazione delle parole e della musica”.
Sono un vecchio mai vissuto. Sono un reticolo di relazioni, ero un filtro d'informazioni. Scrutavo la vita con gli occhi, ora mi guardo in profondità. Cerco l'essenziale e non mi perdo nella superficialità. Questo sono io, questa è la mia storia. Per chi mi volesse sorprendere, si ricordi di fare attenzione alle particolarità. Gli uomini non sono accettati, i pensieri veri sono ben ritrovati. Buona lettura e buon divertimento, abbandonate la testa da un'altra parte, lasciatevi cullare dal vento.