Verrà domani

Verrà domani

Fiato di Mare

Riverso negli occhi

e questo mio tempo

Che non sa dove fermarsi

così incerto non si muove o non sosta

Ripiegato come un candido Fazzoletto

Sotto i piedi o nel petto

tornerà a scorrere

nascerà un canto

per ogni lacrima versata

un vento che scompiglia il dolore

e una scia di rondini

che vola nel nido del cuore.

Sarà Poesia , sarà Primavera.

Giusy Montalbano

Dei miei ostinati luoghi

Ho una strada che si apre

Quando non conosco cammino

Un’immagine nitida

Cesellata da singoli pezzi

La tessera di un mosaico

Che si incastra perfetta

E ricompone i miei sguardi offuscati

Ho braccia

Mani, muscoli che battono

A ritmo dei miei passi

Orizzonte senza fine

Oltre le montagne invalicabili e desolate

Profili di case tutte bianche

e molliche di lucciole

Danzanti per la via

Mandorli in fiore

Campi di grano baciati dal Sole

Odore di Zagara

Che il Mare esala

Ad ogni respiro

Ho luoghi che non sono posti

Di questo mondo

La seconda linea parallela

Vicina e accanto

Il binario di un inizio senza fine

Ho i miei luoghi

Le mie sonorità

I miei profumi

Tu mi vedi smarrita e immobile

Temi se mi faccio piccola

Fino a sparire

Tu leggi le mie derive

Ma nascosta io sto nei miei spazi

non sai

Che questa mia amabile solitudine

È il verso che mi dispone

Al vivere

l’unico che il mio cuore

Conosce.

Giusy Montalbano

Mutabile perfetto

La foglia non trema

Dondola tranquilla sospinta

dal vento

La barca con il suo peso

fiacca il mare agitato

E le ginestre fioriscono

Sulla inospitale roccia

Una lingua di sole

Copre il manto del gatto

E il brusio insolente del frigo

gratta alle pareti delle voci

Mischiandosi nei discorsi

quotidiani

Ogni cosa accade

ma il volo del tempo smarrisce

Il suo nome

tutto è avvolto nel suo divenire dolce e sommesso

Amo ciò che si svela

Senza clamore

quel silenzio sottile

é una lama bagnata

scivola con perfetta precisione

si intrufola

Ad innaffIare la cavità

del cuore!

Giusy Montalbano


	

Null’altro

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Null’altro so fare che aprire strade tra i sassi
con la mia lingua tremante su teneri germogli di rose
mischiata con la mia terra alla fresca brezza
di ogni alito d’alba  d’amore

Nulla so fare tranne che smarrire il mondo
per poi sprofondare nel petto dove piove rugiada
dall’Alto
è la mia casa si veste di fiore
attraverso tutta la mia vita in un solo sospiro, tavolta
e davanti al Mare immenso mi sento
rigagnolo di fiume stanco.

Null’altro so fare
che rimestare e creare
ricomporre frammenti  correre
sommergermi
girare nella vertiginosa scia di ogni speranza
mia perduta
sospendermi tra abisso e volo
espormi ai venti
sporgere tutti i miei sensi, ansiosi,
smaniosi e impietriti
catturare una fiamma
accendermi e  bruciare…
se hai debole il cuore, salvati da me:
le mie armonie trasudano sangue, battiti e fremiti
audaci che cercano sponde tra i  lampi della lanterna
posta in mezzo al campo della mia oscurità.

Giusy Montalbano

 

 

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In nome di questo viso intravisto,
immagine effimera di un’infanzia,
faccio appello ai ricordi fuggiti,
oggi liberati:
mai,
mai più, approderemo
alle rive della nostra infanzia;
profumo tenace al centro del nostro essere
di quest’isola abolita.
Grandi ombre nutrici
degli alberi dove ci arrampichiamo,
difendete la vostra freschezza frusciante
nella cavità degli esseri ardenti?
Allora il giorno era più lungo
nello scivolarci tra le dita lisce,
più misterioso
nell’aprirsi sulla notte.
L’erba alta splendeva,
dolce per le nostre gambe nude.
Chi ci restituirà il gusto del vento
e quello dei ribes, sorsi di sole
sotto i nostri denti?
Eravamo quelle piccole bestie calde,
acciambellate nel fraterno sudore
con i visi confusi nello stesso ardore.

₪ Colette Nys-Mazure

 

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Poesia è veggente attesa nella penombra, poesia è abisso che sa della penombra, è attesa sulla soglia, è comunione e insieme è solitudine, è promiscuità e paura della promiscuità, così casta come il sogno del gregge dormiente, è tuttavia paura dell’impudicizia: oh, poesia è attesa, non è ancora partenza, ma perenne concedo…

 

Al colmo del cuore

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Scrutai i  miei giorni

spogliandoli di tempo ed attesa

sorseggiai il silenzio goccia a goccia

rimboccando la vita

tratteggiando la sosta.

Al colmo del cuore

mancava tutto e tutto stava

come i tuoi occhi

rimasti impigliati nei miei

e la tua  bocca sognata

appesa alla lingua  ruvida di  luna

che non tocca mare

al colmo del cuore

tu eri e sei

lo spazio e l’amore

che basta a  riempire.

 

Giusy Montalbano

 

Di noi e dei nostri sguardi spersi

padre-madre

“Bisognerebbe essere comunque grati ai propri genitori,

se non altro per il loro sangue

e il loro consenso alla nostra esistenza…”

Giusy Montalbano

 

Lei
due smeraldi sul viso diafano
e il sorriso divorato dallo spazio
cercando il suo posto innocente
con il suo nome frantumato
dall’impeto del fuoco del marchio.
Lui
orbite scure galleggianti nell’umido sguardo
incatenato alla scia di un profumo soporifero
con il suo vezzo di accoppiare calzini e rassettare cassetti
quasi un riscatto nel caos irruente
dei suoi pensieri tutti in ordine sparso.
Io
nata da loro di certo per futile caso
un crinale tra la sponda di due fiumi senza corsa
l’irta cornice di una storia d’Amore sgretolata
la parete rovente afflitta
dalle accuse e le colpe
la guglia silente  piena di voce
il vuoto balcone
il muro immobile dove rovente
respira ardente la stufa di una dimora negata.
Noi sommersi
con il fiato strinante nell’esistenza
senza sentieri e confini
a scavare nicchie ad ogni occhiata
ad occultare  con arte
la solitudine di sapersi soli
con le ciglia dell’anima
sconvolte da tanto vano patimento.
Giusy Montalbano

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A volte ho perso il Mare:
il silenzio delle sirene più atroce del loro canto
mi si posò sul cuore come un macigno
il tempo si sdraiò immobile
sipario indolente steso sugli occhi
Sì, io che navigo,  smarrisco
di tasche bucate è piena la mia anima
e la sera trova se stessa in me, nella mia assenza
eppure io attendo
tesso il Vento  con il Tuo Nome
e nella giostra infinita della nostalgia
Tu sorridi,
mentre urti contro la mia solitudine
ripercuoti
scossa su scossa,
Mare su Mare
tumultuosamente mi chiami amandomi!

Giusy Montalbano