Scrusciu di mari

Veni e scumpari

Vagni sbattulii e m’annachi

Voti e rivoti

E iu cuntu e cantu

Sugnu rina inta li tu manu

Unni asciddica lu cori

Scrusciu di mari

Senza e tia iu nun sacciu chiu’ stari

Tuttu s’ammutilia e u’ munnu

A mia mi pari sulu na’ muntagna d’acchianari

Sugnu a puciridda che sempri ti vulissi

Ascutari…scrusciu da me vita

Curri curri…

Venimi a pigghiari…

Giusy Montalbano

Rimedi per il freddo..

Rimedi per il freddo:- coprirsi il collo con una sciarpa, possibilmente non sintetica e possibilmente che porti ancora un profumo o almeno un ricordo – tenersi al caldo i piedi, pancia e reni con calzini e maglioni di lana- raccogliere fiori da portare in casa quando piove, altrimenti fermarsi a guardarli- preparare zuppe di verdura, calde- impastare il pane – prendere una decisione – farsi una tana con quello che ti pare e dove ti pare, con accesso singolo e privato: andarci ogni volta che chiama- Annusare spesso olio di lavanda, di rosmarino e limone- piangere, se necessario- ridere, quando capita – baciare, per chi può – stare a letto con la coperta sopra gli occhi a inventare favole, poi farle diventare neve e vere- camminare- andare a tenere compagnia al bosco- consolare il mare – costruire un aquilone ed aspettare il vento- appoggiare la testa sulla spalla dei nonni e se non ci sono, sulla corteccia di un albero- rifare il letto tutte le mattine e una vita ogni giorno- dire la verità – scrivere lettere e consegnarle- leggere libri per bambini- avere una canzone per colazione, pranzo, merenda e cena- bere centrifugati di frutta e verdura ( il più buono per me è mela e barbabietola) – accompagnare il prato – semplificare – semplificarsi- dimenticare – amare quello che c’è, quello che non c’è, non c’è- svelare i segreti- cercare e trovare un carillon, usarlo quando serve- spogliarsi di tutte le foglie e tremare- inginocchiarsi dove vuoi- mettere le mani dentro alle maniche lunghe e sventolare le braccia- registrare la pioggia e ascoltarla ad ogni paura, ché l’acqua scioglie tutto- sedersi su uno scalino con il viso tra le mani- accarezzarsi le ciglia – respirare.

Consigli da Raccontadina…

Non si è forti se si riescono ad alzare chissà quanti e quali pesi, ma forse si diventa forti, forti davvero quando si riescono a portare i propri senza scomporsi il cuore, senza l’anima sparpagliata in mille posti e in mille pezzi, quando la si tiene insieme in un abbraccio stretto fino a quando non passa, quando non gli si concede di tergiversare, di scappare e di cambiare discorso.Quando gli si ricuciono addosso la pelle e le ossa, i muscoli e tutti i vasi sanguigni, quando non è più un burattino e ora si alza ed è anche un corpo, un andare insieme, sempre, vada come vada l’anima non si lascia e neanche si vende.Essere forti non credo sia correre più veloce degli altri, arrivare primi e alzare la coppa, quanto, credo, riuscire a tornare indietro, sui propri passi a guardare se nella corsa ci siamo dimenticati di qualcuno, qualcosa, a volte di noi.Fare passare avanti tutti perché il tuo premio, quello vero che conta e vale è essere riuscito a fermarti, ripensarti e ripensare al cammino.A chi c’era, chi c’è, a chi non c’è stato mai e a te che comunque non puoi lasciarti e neanche dimenticarti.Chi urla più degli altri, chi alza la voce per farsi solo sentire, per me non è forte, forte è chi nel silenzio delle sue stanze, delle sue bocche, sa che non è con la paura che si ottiene ciò che si vuole, ma neanche con la dolcezza:quello che si vuole, a volte arriva perché sì e altre non arriva perché no.Tutto qui.E puoi urlare, picchiare e scalciare, niente di ciò che l’ altro non vuole darti, ti verrà dato.Forti non è essere tutti d’un pezzo, senza lacrime e cedimenti, ma, penso, forti si è quando si va in mille pezzi e si sta lì a cercarli ad uno ad uno, poi ricomporre il puzzle e ricominciare.Non si è forti a mostrare quanto forti siamo, ma quanto feriti siamo, non a non avere paura, quanto ad averne tante e addomesticarle, almeno un po’.Forti, forse li si diventa quando si accetta che forti, forti e grandi e senza crepe non li saremo mai e così fili d’erba e lenzuoli, continuare.

La Raccontadina…