Ti tenevo le mani e tu eri
radice di vene che pulsava il mio tempo, la mia storia
ti tenevo le mani
come si afferra una possibilità prima che sia negata
come si tiene in sospeso un respiro prima dell’apnea
e come so contare i miei giorni, uno per uno
quelli in cui l’amore mi ha tradito
quelli in cui il dolore mi ha stremato
quelli della solitudine, gabbia di ogni delirio
quelli di tutta una vita spesa a cercarti
consumata a desiderarti
stroppicciata e accartocciata per non gettarla mai più via.
Ti tenevo le mani, tu non lo sapevi
incosciente disegnavi
aurore di immensa bellezza
tracciavi i tuoi sconfinati percorsi
toccandomi ovunque
ti posavi sugli occhi
come fanno certi sguardi
che stravolgono il Cielo fino a farlo cadere
nell’Anima.