Good night

“Suzanne ti accompagna
al suo posto presso il fiume
dove senti passare le barche
e puoi stare con lei la notte
lo sai che è mezza matta
ma è per questo che sei lì
lei ti offre tè all’arancia
arrivato dalla Cina
e non appena stai per dirle
che non hai amore da offrirle
lei ti porta in sintonia
e lascia il fiume a rivelarti
che tu la hai sempre amata

Tu vorresti andare via con lei
e seguirla ad occhi chiusi
sai che lei di te si fiderà
perché il tuo pensiero ha toccato
il suo corpo perfetto.

Gesù era un marinaio
e camminava sull’acqua
stette a lungo ad osservare
solo nella sua torre di legno
e quando ebbe la certezza
che solo i reietti lo avrebbero visto
disse agli uomini: – Siate marinai
fino a che il mare vi farà liberi –
ma egli stesso fu stroncato
ancor prima che il cielo si aprisse
abbandonato, nella sua natura umana
affondò come un sasso nella vostra saggezza

Tu vorresti andare via con lui
e seguirlo ad occhi chiusi
pensi che forse gli crederai
poiché il suo pensiero ha toccato
il tuo corpo perfetto.

Ora Suzanne ti prende la mano
ti conduce presso il fiume
addosso ha stracci e piume
dalle casse dell’Esercito della Salvezza
il sole si riversa come miele
su nostra signora del porto *
lei ti dice di guardare
tra la spazzatura e i fiori
tra le alghe vedrai eroi
e bambini nel mattino
che si affacciano all’amore
e per sempre lo faranno
mentre Suzanne regge lo specchio

Tu vorresti andare via con lei
e seguirla ad occhi chiusi
sai che di lei ti puoi fidare
perché il suo pensiero ha toccato
il tuo corpo perfetto”.

Note del traduttore.

“Al primo ascolto evoca immagini splendidamente malinconiche: si dischiudono successivamente alcuni significati, che ruotano attorno ad una figura femminile e spaziano a raggiera su umanità, profondità dell’Essere, il tesoro nascosto negli Umili. Il tutto permeato da un panteismo (secondo cui Dio si può trovare in tutti gli aspetti della vita, lo si ritrova anche nell’interpretazione della kabbalah del movimento chassidico ebraico) che motiva l’altra figura sulla scena, Gesù, in una rappresentazione per un verso iconica e per un altro profondamente spirituale: “quello che camminava sull’acqua” è più vicino alla visione ebraica (che non lo riconosce) che a quella cristiana, mentre il concetto di abbandonarsi a Lui come Lui si è abbandonato al Padre (“only drowning men could see him” – “he sank beneath your wisdom like a stone”) ha connotati mistici e fideistici. Entrambi figure controcorrente (lei artista bohémienne e “mezza matta”, Lui sovvertitore di costumi e “hippie” ante litteram) portano il Poeta a guardare in alto: lei con l’Amore non carnale (anche nella vicenda vissuta realmente, pare) Lui con la Salvezza promessa all’umanità (all men will be sailors until the sea shall free them). Cohen non ha mai abbandonato la sua fede ebraica, ma ha spesso spaziato elegantemente nelle altre religioni.

Troviamo l’elemento Acqua=Vita lungo tutto il testo: il fiume, il porto, le alghe, e il mare, come simbolo di nascita e di morte, nel senso di “morire a se stessi” per seguire Lui, di scioglimento dai tormenti terreni per approdare alla consapevolezza di Cristo. C’è la “torre di legno”, termine che ricorre nelle liriche di Cohen e qui sembra presagire la Croce, c’è la parabola degli Umili, si intravedono tratteggi della Passione: Gesù tradito, giudicato dagli uomini, lasciato solo sulla croce con la sua natura umana. La parte riguardante Gesù può essere anche letta in senso ironico, vista la -scarsa- considerazione che ne ha l’ebraismo: l’interpretazione è soggettiva, come sempre quando si approccia Cohen.

E infine la figura di lei (elevata al ruolo ieratico di “our lady of the harbour” – ved. nota) che indica dove guardare e “regge lo specchio”, a riflettere se stessa oppure i suoi interlocutori? Ancora la doppia valenza, in una figura e in un oggetto che suggerisce introspezione e ricerca di valori nascosti.

Da Suzanne alla Graziosa: in questo testo si potrebbero ravvisare anche dei punti in comune con Via Del Campo di De Andrè: la figura femminile in entrambe, reale o meno che sia, è comunque un pretesto per rappresentare la vita vera sfrondata di ogni falso perbenismo, elevando così realtà contrastanti -rifiuti e fiori – diamanti e letame – a bellezza e facendoci tendere, attraverso l’amore, alla perfezione (fiducia totale -“cieca”- concetti assoluti -“menti”- che sfiorano corpi resi puri -“perfetti”-). Non vi si rappresenta la donna come portatrice di legami, viene intesa più come una “sister of mercy” cui ti puoi avvicinare o allontanare a piacere, ma è al tempo stesso un tramite con la Bellezza e la Spiritualità.

Ascoltare Suzanne dal vivo in una notte di fine estate, con la sola figura del Poeta illuminata su un palco totalmente buio, è quanto di più suggestivo si possa immaginare, e in quel contesto in realtà dell’interpretazione non importa più molto ma si desidera, a propria volta, abbandonarsi alla magia ed alla fascinazione delle parole e della musica”.

(Marie Jolie, 2 aprile 2013)

L’oracolo dei Poeti

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È un incessante pieno e vuoto
il fascino per la strada
la culla suadente del mare
se mi riposa nel sangue
gli occhi della mia solitudine
quando abbracciano il silenzio del mondo
è riempirsi e svuotarsi
di paura, occhi e memoria
è fuoco che danza
è togliersi tutto
per intingere di indaco la mente
è vestirsi di Poesia
quando guardo alla Vita
quando la penso
quando stanca la poso in un angolo
e poi la ricopro di premure e attenzione
è tutto così pieno
tutto così grande!
Ed io divento per divenire
e vedo lampi di mattine radiose
quando tutto è assopito
mi perdo in uno sguardo
visioni incandescenti
che fiammeggiano di carne e vene
e pulsano al ritmo di un tempo
che dilata e restringe il vuoto
e lo tramuta in moto
che invade e percorre
in dissonanze di toni
percuote e risveglia i sensi
fino a tuffarli
in una magma rovente
di quiete e bellezza
che dissolve e svincola
ogni catena di dolore.

G.M

Hai amato abbastanza

Testo tradotto

Hai Amato Abbastanza

Ho detto che sarei stato il tuo amante
hai riso di quello che ho detto
ho perso il mio lavoro per sempre
sono stato contato tra i morti.

Ho spazzato la camera di marmo
ma tu mi hai mandato giù di sotto
mi hai impedito di credere
fino a quanto non mi hai fatto sapere

Che non sono io quello che ama
è l’amore che mi afferra
quando il rancore arriva con il suo pacco arriva,
tu gli impedisci di consegnarlo.

E quando la voglia del tuo tocco
sale dalla fame,
mi sussurri: “Hai amato abbastanza,
ora lascia che io sia l’amante

Ho spazzato la camera di marmo
ma tu mi hai mandato giù di sotto
mi hai impedito di credere
fino a quanto non mi hai fatto sapere

Che non sono io quello che ama
è l’amore che mi afferra
quando il rancore arriva con il suo pacco arriva,
tu gli impedisci di consegnarlo.

E quando la voglia del tuo tocco
sale dalla fame,
mi sussurri: “Hai amato abbastanza,
ora lascia che io sia l’amante

E quando la voglia del tuo tocco
sale dalla fame,
mi sussurri: “Hai amato abbastanza,
ora lascia che io sia l’amante

Cohen

Un pezzo di puzzle

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Quante cose si trovano dentro i miei cassetti.. Un piccolo universo racchiuso e sparpagliato, ogni tanto sento l’ esigenza di mettere in ordine..buttare via quel che non serve, ma scegliere non è facile, ogni cosa potrebbe servirmi forse ancora ed allora sistemo  lasciando tutto lì ancora, difficile decidere , fogli di carta, scritti e scarabocchiati, appunti, fermagli, penne, matite, temperino.. rossetto, profumo, scontrini, agenda, telefoni,  carica batteria, fili, cavi, libro, ipod,   e poi…. la tessera di un puzzle, la rigiro tra le mani, un piccolo pezzetto di cartone, la parte mancante di un qualche cosa di più complesso. Potrebbe essere la parola mancante in una lettera scritta alla fioca luce di una candela?  Da quella parola potrebbe dipendere il destino di un prigioniero la sua vita o la sua morte, la sua prigionia o la sua libertà.

Potrebbe essere la parte mancante di una mappa del tesoro?  Magari la parte che indica dove si trova il forziere nel quale è racchiuso il segreto della felicità, oppure la polvere di stelle da spargere sulle ali delle fate altrimenti condannate a vita terrena senza poter volare o forse potrebbe essere il petalo di un fiore, la stella che indica la rotta ad un naufrago, il verso finale di una poesia d’amore, la nota mancante di una struggente milonga mai composta, una lacrima mai versata, un ti amo mai detto per paura, il tratto incompleto di un viso dipinto sul muro di un porto che potrebbe trasformare l’ espressione da triste a felice, la panna mancante da una tazza di cioccolata fumante stretta tra le mani mentre fuori nevica, un sogno svanito alle prime luci dell’alba, un ricordo lontano che strappa un sorriso, l’ultimo sassolino che serve a Pollicino per tracciare la strada, il pensiero felice dei bambini dimenticati, l’ ombra di Peter Pan, il bacio del Principe che salverà Biancaneve, il messaggio di un naufrago uscito dalla bottiglia chiusa male, l’ alito di vento che serve per gonfiare le vele di una feluca in balia del Nilo, la favola narrata dagli alberi della foresta incantata, la scintilla necessaria ad accendere la lanterna che guiderà le navi in un porto sicuro, l’ ocarina dell’ elfo fatato che allieta le notti della principessa triste, la bacchetta magica della fata della neve, il finale a sorpresa di una piece teatrale, il finale di un film, quello nel quale si capisce se l’ eroina riabbraccerà il suo amore. Immagina la scena, nel momento clou LEI si guarda in giro disorientata e non ricorda più perché si trova nel bosco in pigiama con una lanterna in mano, e LUI seduto su una roccia non ricorda più perché si è precipitato in quel luogo con un fiore stretto il mano e la storia cambierebbe.

Mamma mia quante cose potrebbe significare quella tessera di puzzle persa in un cassetto!  Meglio non buttarla via allora, non vorrei fosse proprio il mio sogno smarrito.

G.M

Altalena

altalena improbabile

Mi lascio rapire dalla visione dell’altalena sulla spiaggia

e non resisto alla tentazione di salirci sopra

Via le scarpe e le calze , arrotolo i jeans sui polpacci e

correndo a piedi nudi sulla sabbia calda la raggiungo

inizio a dondolare, con le mani che stringono le corde

sempre più in alto come quando ero ragazzina

aria che accarezza il viso mentre l’altalena sale,

vento che scompiglia i capelli mentre l’altalena scende

ed il sorriso sul mio viso diventa sempre più evidente

cosi come diventa sempre più forte la voglia di urlare

forte, forte sempre più forte fino a non avere più voce.

Stacco una mano dalle corde per cercare di afferrare una nuvola

ma corre via lontana, veloce ed inafferrabile come certi pensieri

  e torno a volare, in alto, in alto, sempre più in alto,

  provo la stessa sensazione di quando ero bambina

e mi bastava un’ altalena per sentirmi in vetta la mondo

ed andavo in alto, cosi in altro da sfiorare il cielo con le dita.

In fondo la Vita assomiglia in un certo senso ad un’altalena, con i sui alti e bassi le sue salite e le sue discese…le nuvole e il sole tra leggerezza e pesanti ostinazioni oscilliamo tutti chi più chi meno sorvolando il mare di ogni probabilità..lasciandoci andare sorridiamo qualche volta  incantando il cielo, mascherando il timore di cadere così sospesi tra cuore e ragione aggrappandoci più forte ..un’altalena tra giorni belli, così e così e pesanti davvero..ma come il tempo ci dondoliamo giusto un po’, per riprendere fiato o assaporare la nenia del cuore che ci culla e poi azzardiamo la spinta giusta che ci porti in alto..ancora più su dove il cielo oltre le nuvole è sempre più Blu!

G:M