Il Richiamo

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Itaca, devo averla conosciuta
la sento, mi chiama
mi pulsa nella gola il suo canto
e la sua morbida nostalgia
mi confonde e mi fa tenera
come se fosse cuore
una coppa o solo una bocca
che raccoglie rugiada e candore
e la distanza non può essere più paura…
e sono una piccola fragile barca
che il mare intorno morde e accarezza
di carta, guidata dal vento
vibrante nella disarmonia
imperfetta e incompiuta
che scivola a picco lungo i bordi
tra oscillazioni ardite e abbandono
piegando l’anima per non sgualcirla oltre
fino a sfiorare la riva
per toccarla almeno con gli occhi
ho perso la misura di ogni lontananza
ed imparo a spingere con i fianchi
quasi viva, nuda di incanto
sotto le palpebre granelli minuscoli di sabbia
e la certezza che arriverò
zuppa e fradicia di tempesta
gocciolante e tremante
umida di orizzonti
danzando ancora sul sorriso di un bambino
e in uno sprazzo blu di gioia serena.

G.M