Scelgo…

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Mi sono rassegnata alla mia mente che viaggia senza sosta anche se devo ammettere qualche volta,  questo mi fa sentire stanca e sento l’esigenza di incerottarla , farla tacere, prendere una sosta da quel turbine incessante di pensieri che fluttua dentro ,  vorrei riuscire a farmi obbedire sul serio e spingerla soltanto verso destinazioni che mi scelgo, a volte mi riesce troppe volte invece,  è lei che guida e parte verso mete assurde, sconosciute.

Peregrinazioni di ogni genere, viaggi temporali , ascese ed elevazioni, introspezioni attente e passaggi di un attimo ,dentro, fuori, sopra, sotto, qui e altrove.

Questa è una mia caratteristica ed io oramai ho imparato ad accettarla, come altre mille cose che mi appartengono, come tutte quelle che fanno parte di me, ogni tanto mi piace giocare con me stessa e cerco di catalogare i miei pregi e i mie difetti, quel che di me mi piace e quello che invece vorrei scartare, anche per quanto riguarda la mia vita è così, e cose che vorrei non ci fossero mai state, quelle che non esiterei a scartare e quelle che invece desidero salvare a tutti i costi ed allora pensavo proprio a tutto quello che della vita e di me scelgo :

scelgo, quel che pulsa e trema, che si muove dentro e che mi spinge verso nuove speranze e nuove possibilità ;

scelgo,  i pensieri in farfalla,  la pelle che freme, il cuore che romba, il battito che cresce, il rumore del respiro, l’ ansimo lento dell’attesa;

scelgo, la gioia che danza e che profuma della mia giovinezza, il sorriso negli occhi, le braccia aperte e l’ingenuità a volte di credere comunque che la gente è tutta bella;

scelgo, uno scroscio di pioggia improvviso in piena estate ed anche in tutte le stagioni, un fulmine che squarcia il mio cielo, un bacio rubato, una sorpresa e un abbraccio da sciogliermi tra i fianchi ed il respiro;

scelgo…ricordi che profumano di pane e mandorle, il gusto delle arance e dei limoni, le olive verdi e la ricotta fresca ancora calda;

scelgo, la mia euforia e la mia solarità che mi vedono ancora tentare un ballo con la scopa, far le capriole sopra il letto e cantare con in mano un bastone fingendo che sia un microfono;

scelgo, e mie smorfie allo specchio, le mie facce strane e il mio giocare con le rughe che compaiono sul viso;

scelgo, tutte le volte che ho avuto coraggio e che non mi sono arresa, la mia temeraria voglia di felicità, la mia folle speranza, la mia coerenza che mi ha portato a chiudere porte e portoni, la mia ribellione ad ogni forma di ingiustizia  e la mia bellissima voglia di libertà;

scelgo, il mio volermi bene, lo zucchero e il miele che ho messo e che metto in ogni cosa;

scelgo, la mia fragile e commovente tenerezza che mi fa sentire ancora “piccola” da stringere forte;

scelgo, il mio essere donna , con l’amore dell’ anima che ti si rovescia sulla pelle;

scelgo, tutti i miei colori e le mie sfumature più delicate da mescolare per dipingere un momento e tutti i giorni;

Scelgo e salvo, insomma , tutto sommato non mi resta che ammettere a questo punto, che avrei ancora un sacco di cose da voler scegliere e salvare ed allora forse non mi rimane che dire : che la vita è vero non è tutta rose e fiori e che la mia non è affatto una di quelle scevre di difficoltà, che è vero che in alcuni momenti sono impossibile persino a me stessa figuriamoci agli altri !  Ma tutto sommato , ho un gran baule di cose che vorrei tenere con me , da portare ovunque, da fare e disfare, pronto a partire e sostare, che ogni tanto mi conviene proprio darle un piccola occhiata, prima che qualcuno o qualcosa smorzi in qualche modo l’entusiasmo  e la fiducia che mescolo insieme a cento delusioni e la voglia di credere che domani è un altro giorno e potrebbe essere bellissimo, il mio! Insomma come dice qualcuno : prima di demolirti  e perdere la stima che hai di te stessa accertati di non essere circondato dalle persone sbagliate (ci sarebbe un altro termine molto più adatto,  ehm…ma sono una Signora ed adoro l’eleganza ..quindi mi trattengo)

G.M

Raccontarsi

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Raccontarsi non è affatto così semplice come può sembrare, richiede discernimento e lucidità, una certa pulizia mentale , un certo rigore affinché quello che dici sia aderente non solo al tuo pensare ma anche al tuo sentire più profondo, raccontarsi significa guardarsi allo specchio e saper reggere lo sguardo, qualche volta e molte volte a dire il vero per me vuol dire accettare di mettermi in discussione in modo onesto lasciando perdere sottili rancori celati tra piccoli malesseri e inquietudine, insomma accogliere quel che emerge a volte dal profondo dove è sempre nascosta una verità che spesso non vogliamo ammettere.
Quando mi sono avventurata a scrivere la mia vita tra queste pagine non immaginavo nemmeno lontanamente che stavo intraprendendo un cammino di consapevolezza, un percorso di conoscenza e mai come in questo caso ho avuto giorni di paralisi totale ed ho dovuto aspettare pazientemente di ritrovare il coraggio di osservare tutti quei pezzi di me che spesso preferisco ignorare, tratti della mia strada dolorosi che ritenevo ormai di aver tralasciato come un conto in sospeso con cui non vuoi più confrontarti.
Sono convinta che la vita non è solo destino, avverso o fortunato ma per la maggior parte delle volte la nostra esistenza è frutto di scelte, conseguenze positive e negative che hanno comportato le nostre decisioni o le decisioni di altri .
Io stessa, sono il risultato di una scelta, mia madre ha abbracciato la maternità e mi ha messo al mondo è stato un atto di generosità comunque , quel suo assenso ha influito sulla sua vita, sulla sua libertà, cambiando da lì in poi qualcosa di lei, poi ha fatto quel che poteva con le sue forze, continuando a decidere per se ed anche per me.
Ho smesso di dare la colpa a qualcun’altro per ciò che è stato, per ciò che sono ed ho cominciato ad assumermi le responsabilità della mia serenità e della mia disperazione.
Io scelgo, scelgo in continuazione dalle più insignificanti cose alle quali spesso non faccio nemmeno caso e decido per il cambiamento anche quando non so cosa fare , quando tutto di me è nella più totale confusione e mette in dubbio ogni mia certezza ogni mia sicurezza, scelte di vita impegnative che richiedono tutta la mia determinazione, la mia fiducia e la mia risolutezza.
Certo siamo condizionati dal nostro vissuto, da ciò che ci ha ferito e ci ha bruciato, da ciò che ci ha resi forti o terribilmente deboli , tutto incide sulle nostre scelte, i nostri valori etici e le nostre emozioni, il nostro temperamento e le nostre convinzioni.
Io guardo al passato e mi accorgo che la linea del tempo mi appare lunga e distante, mentre il presente si fa nitido e chiaro e capisco che in fondo non resta che questo della nostra vita: un lasso di tempo, vissuto e stravissuto,colto o perso, vuoto o pienissimo , carico e leggero,lucido o confuso, rimpianto e sperato, questo..solo un tempo in cui puoi sentire l’urgenza di vivere al meglio senza perderne nemmeno un piccolo irrisorio momento , senza buttarlo via nei se e nei ma che avresti potuto e non sono accaduti mai, senza gettarlo in inutili illusioni che finiscono soltanto con uccidere il tuo desiderio di crederci ancora.
Quando mia madre è morta oltre al dolore della sua perdita, ho sentito una sofferenza ancora più grande di quella immane tristezza ed è stato un senso di pietà infinito, atroce per tutto ciò che è stata la sua esistenza, rendersi conto di qualcosa di incompiuto e il senso di impotenza di non aver più tempo necessario per poterla aiutare in qualche modo a portare a termine il suo viaggio nel modo con cui lei per tutta la vita ha tentato inutilmente di fare, in quel preciso istante ho compreso tutto, tutto ciò che c’era da capire sul nostro amore.
Ora so, conosco il valore del mio tempo, so che non posso permettermi di impiegarlo a cercare la felicità eterna, è un misera  allettante illusione quella della felicità per sempre, siamo fatti di emozioni contrastanti che ci dominano o dai quali ci lasciamo impossessare, gioia, tristezza, euforia, solitudine, insicurezze e tante tante altre cose che decidiamo di volta in volta di assecondare o lasciare andare, esiste nella vita soltanto un senso di serenità e armonia, di beatitudine e contentezza che possiamo solo cercare di trattenere più a lungo possibile…facendo del nostro meglio per cercare di vivere e scegliere tutto ciò che ci procura questo senso di pace e persino gioia che a volte è tanto grande da farci scordare tutto ciò che invece ci piega nella nostri sentimenti più oscuri.
Ho capito che non ho tempo, ne ne ho abbastanza per rifare qualcosa dove ho fallito, che perdo tempo a pentirmi tra accuse e recriminazioni per tutto ciò che non dovevo essere com’è, che non mi posso permettere di sciupare i miei giorni nei rimpianti o nei rimorsi, che voglio inseguire sempre e soltanto tutto ciò che mi fa bene, al cuore, allo spirito, alla mente a questo corpo che un giorno sarà solo polvere e niente più, ed è con queste convinzioni che affronto le mie scelte tutti i giorni, dalle più futili alle più importanti, assumendomi la responsabilità di ogni conseguenza, seguendo il mio istinto qualche volta o affidandomi ora al cuore ora alla ragione sapendo che sto vivendo come ho deciso di fare, sono e voglio restare lucidamente Viva, gustandomi appieno anche le lacrime se è il caso sapendo però che so ridere, ridere forte se vinco o se perdo con l’orgoglio di averci provato comunque, una partita aperta fino alla fine faccia a faccia contro il tempo che corre veloce ma non sa che in me è più lesto il desiderio di godere di ogni istante.

G.M

Quel che conosco

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Conosco parole
che sostano e riposano nella penombra
rivelazioni stracciate a nenie
in attesa del sonno
so della calma
alle porte di un istante
e il cauto sollevarsi in volo
lo sciogliersi della cera sulle ali
il distacco e le unghie
che si oppongono come artigli alle rocce
la vita in sospeso
e il grido dell’aquila in amore.
Conosco il ristoro del silenzio
l’impetuoso contatto contro il rumore
e la mia solitudine sbiadita in un abbraccio
il vento che fischia alle orecchie
l’oceano gorgogliante
che smuove la superfice del tempo
so le parole e il suono delle lacrime
bevute nel deserto
gli spasimi ed anche tutta la dolcezza
del sangue che si muove nelle vene
il riversarsi della marea sulla pelle
la corrente che scivola e che mi scorre
e poi soltanto spazio che mi sovrasta.
Conosco il mio sguardo
rapito, denso e remoto
che strappa ardori immersi e affogati
nella più cruda disperazione
e infine so dei miei occhi
che scavano e giocano la luce
rimestandola come creta
per dileguare la paura della notte.

G.M